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CAOS - Kente

Ultimo Aggiornamento: 24/06/2004 12:39
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24/06/2004 12:39
 
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< Fu la mia ultima notte in quella casa. Improvvisamente venni svegliato dal rumore della porta che era stata sfondata. Davanti ai miei occhi si stagliava una creatura immensa, con mani artigliate, coperta di pelo marrone; il volto aveva lineamenti demoniaci, due piccole corna sul capo, due occhi rosso-fuoco mi squadravano, denti piccoli ma aguzzi formavano una sorta di sorriso beffardo. Si getto’ su di me e con un pugno mi lancio’ contro il muro, mi rialzai ancora stordito e sorpreso dalla sua enorme forza, e provai a colpirla. L’ unico risultato fu quello di essere preso, sollevato e lanciato verso il tavolo. Cercavo di trovare la forza di rialzarmi, non per me ma per mia figlia, ma la bestia mi fu addosso di nuovo e nell’ attimo prima che il suo pugno mi arrivasse addosso, lo vidi!
Cosa vidi? Che domanda stupida anche da un inferiore come te… Vidi il simbolo di Kain davanti al suo palmo, certo all’ epoca non sapevo cosa fosse, pero’ capi’ che, colui a cui apparteneva, stava cercando di difendermi, in quel momento era a fianco a me…
La mattina dopo mi risvegliai, mia figlia non c’era. Scesi al villaggio e tutto cio’ che vidi fu distruzione e morte. Solo i mercanti si erano salvati dato che erano partiti la sera stessa. La’ per me non c’era piu’ nulla e me ne andai verso Est. Oramai non mi importava piu’ di nulla salvo che me stesso, tutto cio’ che avevo di importante era perduto per sempre. Iniziai lungo la strada a uccidere e depredare le persone che viaggiavano singole, per sfamarmi e per avere qualche lusso. Non sapevo dove portasse quel viaggio, volevo solo andare avanti e piu’ facevo strada, piu’ capivo che tutta la mia vita era stata sprecata, non c’era nulla di interessante su questo mondo… o almeno sulla terra. Infatti la mia strada portava a Tern, ovvero al mare. Ah, il mare! Quell’ enorme distesa di acqua sconfinata, piena di creature e mistero, preda delle bizzarrie del tempo, calmo fino a un momento prima e il momento dopo ti ritrovi nel bel mezzo di una tempesta, e la’ viene il bello. Onde, alte come montagne, che corrono da levante a ponente, rovesciandosi le une addosso alle altre con cupi muggiti e con scrosci formidabili, schizzando in alto cortine di spuma fosforescente. S’alzano tumultuosamente, come se subissero una spinta dal basso in alto, poi tornano a scendere scavando baratri cosi’ immensi, che sembra debbano toccare il fondo… Lo sai? Eri un marinaio e non ci trovi nulla di bello e di emozionante? E’ per questo che ora ti trovi in queste condizioni, perche’ sei debole e pauroso. Comunque prima di conoscere tutte queste meraviglie, rimasi solo sbalordito dalla sua grandezza e maestosita’, cosi’ decisi di imbarcarmi su una nave per cercare nuove avventure. Il problema era che la maggior parte delle navi cercavano mozzi, rematori o altri lavorucoli infimi come questi, inoltre erano per lo piu’ navi mercantili con ben poche possibilita’ di avere viaggi interessanti. Sconsolato per non essere riuscito a trovare cio’ che piu’ profondamente cercavo e affamato perche’ avevo finito i soldi, aspettai qualche passante fuori citta’ per ucciderlo e derubarlo, ma quella sera Kain mi volle ricompensare. Infatti l’ unica persona che mi passo’ davanti fu un umano alto 2 metri, con due spalle larghe come un armadio e abbondante di pancia… quest’ ultimo e’ sempre buon segno perche’ chi mangia, ha soldi!
Mi gettai a addosso a lui con un bastone ma il primo colpo dato alle spalle non ebbe l’ effetto desiderato, rimase in piedi. Peggio, rimase in piedi e si giro’ verso di me. Peggio ancora, rimase in piedi, si giro’ verso di me e si scaravento’ con tutta la sua mole su di me, dandomi un pugno che mi fece volare di qualche metro. Mi rialzai, avevo male dovunque, ma questo non dirglielo che gia’ e’ altezzoso di suo e trova sempre il tempo di screditarmi, pensa se sapesse anche questo… Di nuovo in piedi di fronte a lui, ero pronto a infilargli il pugnale, che avevo nascosto sotto la casacca, tra le sue costole, ma mi getto’ qualche moneta per terra e mi disse “Tu, mi sembri il tipo di persona giusto per fare un certo lavoro… Se ti interessa far parte di una squadra di navigatori, fatti trovare qui domani sera”. Mi interessava percio’ la sera dopo ero li’. Era esattamente quello che volevo, certo quell’ uomo, che si chiama Goldag, non aveva ancora una nave, ma il lavoro consisteva proprio in quello: prendere possesso di una nave nel porto li’ vicino. Con lui c’ erano una ventina di uomini e cio’ fece si che non ci fu bisogno di molto tempo per salire su una nave, uccidere tutti i membri dell’ equipaggio e salpare verso altri lidi. Ci fu un solo problema, uno di questi uomini aveva avuto l’ assurda idea che io ero una spia dei soldati! CAPITO, IO UNA SPIA! Percio’ appena fuori dal porto mentre guardavo il mare che finalmente si stendeva sotto di me, mi spinse giu’ e la nave rapidamente si allontano’. Mentre la vedevo scomparire all’ orizzonte, mi sembro’ quasi che rallentasse e avvicinandosi a qualcosa che galleggiava in mezzo al mare, tirare su questo qualcosa e ripartire.
Ma per me non era ancora finita, infatti Kain volle che la riva fosse ancora vicina e, a nuoto, arrivai fin la’. Passai in quella citta’ altri mesi, aspettando l’ occasione adatta per calcare una nave, come io volevo. Finche’ un giorno notai quello stesso uomo che camminava con un’ altra persona vicino ai moli. Attesi che non vi fosse nessuno e arrivando da dietro piantai il mio coltello nella testa della persona che gli stava vicino, poi colpi’ con un pugno l’ altro che cadde per terra, mi avventai su di lui e gli estorsi quale fosse il loro rifugio. Come feci? Fu facile, poiche’ nessuna persona sa resistere a lungo al dolore di un coltello che taglia una per una le dita di una mano. Quando mi disse cio’ che volevo sapere, come ringraziamento lo uccisi, almeno non avrebbe piu’ sofferto, e mi preparai ad affrontare il viaggio che mi doveva portare alla Valle morta, in un posto detto gola rossa.
Il viaggio fu terribile, non tanto nell’ attraversare la zona di Jeronda che e’ ancora abitata e trafficata da alcuni mercanti, ma piuttosto nel viaggiare attraverso la desolazione della Valle morta. Chilometri e chilometri di terra arida, alberi secchi e spogli, scorpioni grossi come tartarughe, serpenti talmente grandi da lasciare sul terreno tracce larghe 2 metri e piu’! Demoni e bestie selvagge che la percorrono cercando solo gente sperduta da poter essere divorata, mucchi di ossa qua e la’ che non promettono nulla di buono. E rocce alte squadrate, con scritte in un linguaggio incomprensibile ai piu’, si ergono di tanto in tanto a monito di chi ha avuto l’ ardire di oltrepassare quelle terre. Non so come ho fatto ad arrivare vivo fino alla gola rossa, qualcuno mi ha detto che la fortuna aiuta gli intrepidi, e gli sciocchi, e forse io sono entrambi… Pensi che sia solo sciocco? Puo’ darsi ma data la nostra situazione questo sciocco tiene in scacco un essere ancora piu’ sciocco…
Arrivato li’, vidi la prima postazione abitata, un grande recinto sorvegliato da molte sentinelle e qualche nave attraccata nell’ insenatura antistante. Li’ incontrai di nuovo Goldag. Mi fece accogliere nella sua tenda e mi spiego’ che credeva che ero morto, annegato, ma, ora che la sua banda di corsari era formata e attiva, se volevo, avrei potuto prendere posto con loro. Accettai, essendo cio’ che desideravo da mesi.
In quel gruppo non c’erano solo umani, ma anche nani, orchi e goblin. Un’ accozzaglia di gente e razze che mai avevo visto prima. Quei giorni di navigazione mi portarono da est ad ovest per i mari, incontrando creature di ogni tipo, isole abitate da genti strane, combattimenti navali che solo chi rimase vivo puo’ sapere quanto furono cruenti. Proprio durante uno di questi, stavamo assaltando una nave militare piena di munizioni, inizio’ la mia amicizia nei confronti di un goblin che qualche tempo prima avevano raccattato da una zattera in mezzo al mare, che poi non ho mai capito che cosa ci facesse la’.
Infatti preso dalla foga nell’ uccidere e straziare i cadaveri dei nemici, mi spinsi troppo in avanti separandomi dagli altri e un soldato mi avrebbe trafitto con la sua spada alle spalle, se quel goblin non gli avesse lanciato cio’ che lui chiama “bombe”, che sono delle palle di metallo che si schiantano in mille pezzi in ogni direzione. Questo lo uccise, ma non fece benissimo anche a me, pero’ la battaglia volgeva al termine a nostro favore e fui curato. Tutto cio’ ando’ avanti per un anno, poi il capitano Goldag decise di andarsene, voleva unirsi ad un esercito da poco sbarcato su Elea e con una parte degli uomini se ne ando’ lasciando a me il compito di continuare a fare cio’ che avevamo sempre fatto, e di tanto in tanto portargli la sua parte. Altre avventure sempre piu’ incredibili avvennero dopo la sua partenza, anche se lui non mi crede mai, povero folle…
Fino a che i mari iniziarono a non essere piu’ sicuri per nessuno. Infatti arrivarono da Est delle grosse navi completamente nere, che portavano ad Elea soldati. E quei soldati non erano degli sprovveduti, le navi che provarono ad assaltarli furono distrutte e gli uomini uccisi tutti. Non era piu’ tempo di stare in mare. Cosi’ decisi di scendere a terra anche io con una parte delle persone che volevano seguirci, altri rimasero sulle navi racimolando viveri e oro, tali da sostenerci nei giorni a seguire. In realta’ il mio scendere a terra non era un viaggio all’ oscuro di tutto, il capitano ci informava costantemente di cio’ che avveniva ad Elea, dall’ arrivo del Caos all’ insurrezione umana. Lui si era unito a chi di diritto portava il verbo di Kain nel mondo e cosi’ feci io. Sai solo da allora ho capito che Kain da sempre mi aiutava, da quel giorno in quel piccolo villaggio, ed e’ per questo che rispetto e servo i suoi figli e i suoi ufficiali. Infatti la gerarchia del caos e’ troppo stretta per i miei gusti, io sono abituato a fare cio’ che ritengo giusto, soprattutto se e’ in rischio la mia vita. Ma d'altronde sono anche dell’ idea che nessuno puo’ fare tutto da solo, qualcuno e’ bravo a comandare e qualcuno e’ bravo ad ubbidire… tu purtroppo non sei molto bravo, altrimenti non ti troveresti in questo buco di cella, umido e buio, con le mani legate e la bocca imbavagliata… Ed ora e’ arrivato il momento in cui devi morire… ah, grazie per la chiacchierata e addio …”

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"Non uccidete i vostri nemici ma sfregiateli e mutilateli cosi che essi siano un ricordo vivente per se stessi e per gli altri che ovunque passano i Violatori quasi tutto muore e ciò che non muore desidera la morte"
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