Da sempre gli elfi, esseri perfetti e immortali, vivono in prosperità nel continente donato loro dalla dea Diira. Elea è però una terra sconfinata e per questo gli elfi crearono dei servitori forti e leali che controllassero per loro i territori più lontani ed impervi dell’impero, nacquero così i Tree-man. Si narra che la vita nei loro corpi arborei arrivò grazie ad una lacrima della stessa Diira e ora essi sono una grande ed importantissima risorsa per l’impero. Ma dar vita a degl’uomini albero non è certo facile, infatti, è necessaria la straordinaria magia dei migliori sacerdoti elfici che spesso impiegano molti anni per la creazione anche di un singolo tree-man. Però le straordinarie caratteristiche di queste creature sono indispensabili per la società elfica, per questo gli elfi hanno realizzato delle immense riserve d’alberi dove poter far nascere dei nuovi Tree-man con caratteristiche diverse a seconda dell’albero scelto per la loro creazione. In una di queste riserve un giovane, quanto talentuoso sacerdote, Nabit, cominciò il rituale per la creazione di un Tree-man. Scelse un albero non molto comune un Banyan, una pianta molto particolare ma anche molto affascinante, esso ha la particolarità di avere numerose radici avventizie che scendono dai rami e si impiantano nel terreno, fornendo alla pianta sostegno e una serie di fusti secondari che le permettono una larga espansione dell'ombrello, con il passare degli anni, il fusto originario muore e l'albero si suddivide in tante parti, quanti sono i fusti. Tutti erano molto impazienti di vedere l’opera di un così promettente sacerdote e anche per questo Nabit ci mise tanto impegno e gli ci volle molto tempo in uno stato di profonda concentrazione per portar a compimento il rito nel migliore dei modi. Quando l’incantesimo fu completato, un nuovo Tree-man era nato per servire l’impero, lo stesso Nabit scelse di chiamarlo come la pianta da cui è stato creato e cioè Banyan. Tra i due, come spesso succede, si strinse un profondo legame; Nabit si dedicò completamente all’istruzione e all’addestramento del suo uomo-albero, basando i suoi insegnamenti sulle volontà di Diira e sulle tradizioni degl’Elfi. Così, in poco tempo, Banyan apprese molte tecniche e strategie belliche rimanendo sempre più affascinato dalla straordinaria società degl’esseri che gli hanno donato la vita. Come tutti i suoi simili Banyan è dotato di una straordinaria forza, pari solo alla sua timidezza e alla tendenza a passare un po’ inosservato nonostante fosse una creatura dalle straordinarie doti. Nabit andava molto fiero di quello che considerava un figlio, come d’altronde Banyan andava fiero di essere stato creato da Nabit che considerava suo padre. Inoltre i due condividevano un immenso amore per la natura e una grandissima e profonda ammirazione per gli usi, i costumi e le tradizioni degli Elfi. Ogni giorno che passava ad Elea, Banyan si rendeva sempre più conto di quanto fosse perfetta questa razza e così s’impegnava sempre a fondo per rendersi utile e per cercare di servire nel modo migliore l’impero. Molti lo consideravano troppo tranquillo per essere un uomo-albero, infatti, si arrabbiava solo in rarissime occasioni, solo quando qualcuno arrecava un danno alla natura, cosa per fortuna più che rara tra gli Elfi o quando si parlava male del suo creatore Nabit. All’interno dell’impero il rispetto e la fiducia negl’uomini-alberi cresceva e così l’impero decise di riunire vari tree-man, per un addestramento speciale con i migliori guerrieri e i più importanti generali elfici. Banyan grazie a loro poté migliorare molto ed ebbe anche la possibilità di farsi notare dagli elementi di maggiore importanza dell’esercito imperiale, questo gli diede molto coraggio e il desiderio di poter sfruttare la sua forza in beneficio di tutti gli elfi che si stavano dimostrando tanto buoni con lui. Questa sua voglia di ripagare la razza elfica stava per essere soddisfatta, infatti, purtroppo una minaccia incombeva, il Caos si avvicinava e anche gli uomini tentavano di conquistare Elea. Il pericolo era reale, gli elfi persero una gran parte del continente e volevano riconquistare nel più breve tempo possibile le terre perdute, perché Diira le aveva donate a loro e solo gli elfi sono degni di viverci. Per questo in poco tempo un esercito formato dai migliori Elfi di tutta Elea era pronto per riconquistare le terre perse e per calpestare senza pietà quella che in confronto a loro era feccia e che aveva osato sottrarre agli elfi la loro patria. Fu deciso che un elite di Tree-man sarebbe dovuta scendere in battaglia insieme all’esercito imperiale, così furono consultati i migliori sacerdoti di tutta Elea, tra questi naturalmente c’era anche Nabit, per decidere quali fossero gli uomini-albero più valorosi da mandare in battaglia. Indovinate quale nome indicò Nabit? Finalmente Banyan poteva dimostrare il suo valore e poteva essere veramente d’aiuto al popolo che tanto stimava; così animato dalla voglia di vendetta contro coloro che nel loro cammino avevano abbattuto centinaia di foreste e che avevano portato tanto dolore nella terra di Diira, Banyan partì per andare ad unirsi all’esercito imperiale. Mentre si preparava e si dirigeva verso lo scontro più importante della sua vita, sentiva nel suo corpo scorrere la lacrima che Diira versò per far nascere la nuova speranza degl’elfi. Gli sembrava di camminare al fianco della dea stessa e mentre la sua mente il campo di battaglia si avvicinava, si poteva udire, oltre al rumore delle sue foglie al vento, un grido, un chiaro e potente grido:
AN EDHELRIM!