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ELFI - Gil-Galhad

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2004 16:13
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03/04/2004 16:13
 
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Salve miei signori, mi presento, il mio nome di battesimo è Thesauris e vi narrerò-se avrete il buongusto di ascoltarmi sino alla fine della mia narrazione- di un Elfo, un Principe degli Elfi, che…..


-Nacque molti anni orsono, anni che a voi mortali sembreranno secoli, millenni, intere ere, ma che per un Elfo sono solo pochi giorni del suo cammino…Nacque vi dicevo in quel territorio che né uomo né altro ha potuto immaginare con parole, né ha potuto tantomeno descriverla nella sua splendente bellezza; simili a lancie d’argento e d’oro le sue torri circondate da fitti boschi dalle corteccie d’oro con fiori tutto l’anno, l’aria che porta seco il loro profumo inebriante e la freschezza del mattino appena giunto:
Tur-Muniel, la splendente capitale dell’impero degli Elfi in Elea…neanche la più grande potenza degli uomini riuscirà a imitare solo un millesimo della sua bellezza miei signori, credetemi…
Nacque vi dicevo nella capitale, dalla più importante famiglia dopo quella del Re stesso, avendone per di più sangue nelle vene: la sua famiglia infatti era legata a quella del Re da secoli di vite umane che ormai solo i libri potevano raccontare…
Sin da piccolo il giovane possedeva quel raro talento o dono della “lungimiranza”, una qualità ormai scomparsa tra gli uomini, ma che nei tempi antichi anch’essi possedevano, in particolare quelli appartenenti alle casate più importanti e più nobili; usando questo dono riuscì ad ottenere ciò che ai suoi giovani occhi- ma che ai vostri sembrerebbero pervasi da una vecchiaia incolmabile- sembrò giusto per se e per la sua famiglia: il rarissimo dono di ricevere un’istruzione dai saggi del Re e da lui in persona…
Seguirono anni di studio febbrile, appassionato, in cui conobbe più di quanto avesse mai osato sperare; la natura, i suoi segreti, i suoi celati arcani gli furono svelati oltre che da i suoi stessi maestri anche da una intelligenza fuori dal comune..
Ciò che però attirò più di tutto la sua attenzione furono gli umani: quegli esseri così impacciati, dalla vita breve e costantemente colpita da tragedie intestine, così rozzi ma anche forti di una loro identità a cui non volevano rinunciare, lo colpirono: poiché non riusciva a spiegarsi come mai la Dea madre Diira creatrice di tutto ciò che riempiva il cuore di un Elfo- e dell’Elfo stesso anche- avesse potuto creare una specie così brutta e incostante nei suoi propositi.
Forse ciò lo portò ad avere per gli umani una stima che poteva tranquillamente essere definita pari a nulla.
Capì che gli umani senza una guida che li portasse dove era la saggezza o comunque un bene comune si sarebbero dispersi e decimati in lotte intestine..
Quindi chiese il permesso al Re di partire per una qualsiasi regione dell’impero per portare l’ordine e la luce di Diira e del Re sulla massa di uomini che, a suo dire, non aspettavano altro che una guida saggia e convincente.
In futuro ebbe modo di pentirsi e di odiarsi per la sua stoltezza e per la mal riposta fiducia negli umani.
Partì dunque per la lontana regione di Tess, abitata in prevalenza da umani, portando seco la famiglia e una fitta schiera di lance del Re nel caso queste bestie non avessero voluto sentire ragioni.
Ma aveva altre idee per la testa il giovane principe, infatti nel giro di poche vite degli uomini riuscì a fare di questa regione un fiore all’occhiello di produzione e commercio di tutto l’Impero; non adoperò mai i soldati del Re ed anzi -con grande disappunto di quest’ultimo- nel giro di poche vite umane li rispedì quasi tutti alla capitale tranne un piccolo drappello che restava perché legato alla sua famiglia da un affetto non descrivibile nel nostro linguaggio.
Caddero le foglie e ancora ricrebbero e ancora e ancora, ma la regione governata dal giovane principe costantemente cresceva in ricchezza e prosperosità, ma nessuno si accorse di nuove creature che circolavano lungo il confine e che occhi malvagi li osservavano e bramavano quelle ricchezze da cui erano escluse.
Fu così che fece la sua comparsa un uomo, vestito elegantemente per gli uomini, rozzamente per gli Elfi che odiavano le vesti composte da armature o simili, ma che amavano andare in giro con vesti di seta e lino graziosamente intessute e nei casi dei capi-famiglia intarsiate d’oro e gioielli.
Quest’uomo si presentò come messaggero di Malakay, il principe venuto dal mare, ereditario di Argentea e del trono dei violatori, stirpe degli uomini che abitava Tess e che giunto alle porte di Elea avrebbe voluto un incontro con il reggente della regione per discutere e per conoscerlo di persona, magari trovando poi qualche punto in comune per poter avviare qualche trattato.
Il giovane principe Elfico acconsentì, curioso di conoscere questa schiatta di umani di cui probabilmente nessuno fra i saggi aveva mai sentito parlare e di cui non si conosceva la storia.
Accettò l’incontro che si tenne su di un monte nei pressi del centro della regione, sul cui pinnacolo il Principe degli Elfi aveva fatto costruire un tempio per l’adorazione di Diira e l’avvistamento di navi nemiche dell’ormai obliato Caos.
Ma il principe degli uomini si risentì di quella scelta, poiché a suo dire, offendeva il culto dei suoi uomini e del re suo padre; se ne andò così, senza voltarsi a guardare il Principe degli Elfi sbigottito, attonito per le parole usate da quello nei riguardi della divinità creatrice di tutto ciò che lo circondava, e irato per il suo modo di fare tipicamente umano, così infantile agli occhi del Principe degli Elfi…
Così invio subito messaggeri al Re, annunciando la venuta dal mare di una nuova schiatta di umani, dediti al culto di un dio senza creazione ma dedito ai sacrifici, al sangue e alla morte. I messaggeri erano partiti da neanche tre giorni che sulle coste della regione più florida dell’Impero sbarcò la prima orda dei combattivi violatori, che avanzò diretta al tempio, senza incontrare nessun tipo di resistenza, e in poco tempo, raggiuntolo, lo mise a ferro e a fuoco. Si diressero così alla capitale della regione, ostentando una gioia nel conquistare che neanche i caotici provano nel distruggere, avanzando misero ai remi dei loro grandi vascelli gli uomini liberi della regione che incontrando catturavano..la loro crudeltà non sembrava avere limiti.
Il giovane Principe degli Elfi peccò in speranza, inviando per ben tre volte messaggeri al principe avversario invitandolo ad un tavolo per discutere amichevolmente e raggiungere così un accordo, e inviando dispacci al Re affinché inviasse truppe in quantità per contrastare un eventuale attacco.
Dei tre messaggeri inviati al principe non ne torno neanche uno, e il Re mosse troppo tardi le truppe.
Raggiunta la Capitale della regione i violatori uccisero e depredarono, vennero uccisi tutti i giovani che potevano armarsi e abbandonati in un luogo ostile coloro che erano impossibilitati a farlo.
Spettatore impotente il Principe degli Elfi si adirò con se stesso e ordinò la ritirata dei suoi cari a costo anche di abbandonare tutta la regione ai violatori per poi organizzare una contro-offensiva dei suoi.
Ma non fecero in tempo, le truppe dei violatori catturarono i suoi e li uccisero poco dopo aver liquidato le truppe che li proteggevano; fu qui che il giovane Principe si rese conto di quanto avesse sbagliato nel giudicare gli umani, infatti, coloro che abitavano la regione si rivoltarono perché, a loro dire, erano stati abbandonati al loro destino e si scagliarono contro coloro che li avevano istruiti nelle tecniche di produzione dei metalli, armi e utensili, sparendo poi nelle intricate foreste dove si riorganizzarono sotto al guida di un contadino ben piazzato che faceva valere i suoi ordini con le armi e la sua legge era quella della forza, no quella della ragione.Fuggendo il giovane Principe degli Elfi si diresse verso la capitale; lungo il tragitto incontrò le truppe che il Re aveva inviato per contrastare questa offensiva, non sapendo che le forze che avevano contro erano di parecchio superiori alle loro.Unendosi a loro il giovane Principe non fece cenno della sua identità, ma si mise al servizio di Aska, il generale che da migliaia di anni umani aveva il comando supremo delle truppe dell’Impero Elfico, e lo informò della quantità degli aggressori.Il generale si preoccupò, ma non abbastanza, così partì di gran fretta verso il nemico inviando al Re la richiesta di altre truppe per sconfiggere questi umani insolenti che osavano scagliarsi verso l’Impero.
La disfatta fu completa, non solo i violatori frantumarono le linee degli Elfi, ma puntarono verso il generale che fu costretto a ritirarsi con una cerchia di fedelissimi tra cui il giovane Principe stremato per la dura lotta…
L’avanzata dei violatori tuttora non riesce ad essere estinta, il caos ha ripreso le ostilità, contadini senza onore o dignità attuano scorribande ai danni di chiunque osi avventurarsi lungo le vie di comunicazione: l’Impero è in crisi, il Generale supremo degli Elfi è stato ferito gravemente, ma prima ha riconosciuto colui che da ragazza giocava con lei nello spiazzo della reggia imperiale e, dopo averlo messo alla prova in varie campagne, lo promosse a Vice-Generale delle truppe Imperiali degli Elfi; dopo la sua caduta, ad opera del principe dei violatori, il giovane Principe degli Elfi prese le redini dell’esercito, almeno fino a quando Aska, Generale supremo degli Elfi, non guarirà, grazie alle cure dei saggi, e fece una promessa, mai, fin quando resterà in vita gli Elfi smetteranno di combattere per la gloria dell’Impero e mai si arresterà finchè non avrà vendicato la sua famiglia ed il suo generale..gli uomini avrebbero pagato per la loro ribellione e la loro invasione!…-

Così miei signori finisce questa storia, vi ringrazio per avermi ascoltato, e lascio a voi il compito di ricompensarla come desiderate, ma se sia vera o no io non posso dirlo, io racconto ciò che sento da altri, e lascio decidere a voi…

-Tu vorresti dire che il generale delle truppe degli Elfi è lo stesso che amministrava questa regione?…-
-Aaaah!Sembrerebbe possibile, avevo sentito qualcosa del genere anche io…allora menestrello che ci dichiari di più su questo Principe degli Elfi?!?-
-Lui non dice nulla, è solo un canta-storie, e per di più con una sete da morire vero menestrello? Ehi, ma dov’è?-


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"Non uccidete i vostri nemici ma sfregiateli e mutilateli cosi che essi siano un ricordo vivente per se stessi e per gli altri che ovunque passano i Violatori quasi tutto muore e ciò che non muore desidera la morte"
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