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CAOS - Goldag

Ultimo Aggiornamento: 02/03/2004 19:00
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02/03/2004 19:00
 
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L'odore e la vista del sangue e' una cosa della quale ogni uomo ha bisogno:
alcuni mascherano questo bisogno con il patriottismo, altri con la
necessita' di difesa, altri ancora come lavoro, non io...
Sono nato in un paese umano sulla costa nordest di Elea: mia madre, una
prostituta, mi ha abbandonato in un convento, o questo almeno e' quello che
mi ha sempre detto il "buon" Padre Garfel.
La vita di convento mi e' stata sempre stretta e l'educazione religiosa mi
ha portato alla repulsione per ogni genere di sacralita'. A poco più di 12
anni sono fuggito e sono entrato a far parte di un gruppo mercenario, prima
come servo, poi come scout ed infine verso i 17 anni come combattente; mi
piaceva combattere, mi allenavo con costanza e grazie all'esercizio fisico
divenni presto molto robusto e forte.
La guerra mi piaceva... combattei con le Aquile della Costa per lunghi anni,
imparando le strategie di terra e di mare, dal momento che spesso ci recavamo
in missioni marittime. Guardavo Kermay, il nostro capo, con ammirazione
mentre studiava le mappe dei territori nei quali si sarebbe combattuto e
mentre spiegava a noi come ci saremo disposti; imparai molto da lui riguardo
a strategia e combattimento: e' stato il mio maestro.
Passai anni felici con quegli uomini; il sangue ed il vino scorrevano, ma le
pause tra una guerra ed un'altra erano lunghe e noi morivamo di stenti.
Proposi di razziare qualche villaggio del quale non sarebbe interessato a
nessuno, ma venni a conoscenza di un lato di Kermay che non mi piacque: era
buono, convinto del codice cavalleresco, convinto che nella vita di un
guerriero dovessero esserci momenti di gloria e momenti oscuri!
Sentita la mia proposta, come mi aveva accolto otto anni prima nel suo gruppo, così mi
cacciò.
Ero pieno di odio e di ira per lui: come avevo potuto ammirare una persona
del genere?
Non passò molto tempo, forse un mese che entrai a far parte di un gruppo di briganti.
Non ebbi problemi ad aprire pochi giorni dopo il cranio del loro leader ed a prenderne il comando: avevo un gruppo e ora potevo saccheggiare ed uccidere.
Avevo imparato cosa deve fare un Leader dal
mio vecchio maestro ed applicai ogni suo insegnamento: razziavamo, bevevamo
e ridevamo forte sopra ai cadaveri di contadini, vecchi e donne.
Ma mi stancai presto di rubare pochi sacchi di riso, qualche coltello di pessima fattura e
birra annacquata: volevo di più e sapevo dove trovarlo!
Per nave con le Aquile avevamo più volte scortato merci dei mercanti elfi e umani, merci
preziose... i viaggi erano noiosi e senza imprevisti tanto che avevamo smesso
di accettare quegli incarichi; ora ci sarebbe voluta solo una nave ed
un equipaggio per poter accumulare ricchezze!
avevo deciso, avremmo rubato una nave...
Il compito non fu molto facile: una città portuale e' protetta da molte
guardie e bisogna stare attenti a chi si assolda come marinaio! Ce ne sono
di onesti e devono sparire dopo aver sentito la proposta, ma non potevo
manovrare una nave da solo.
Trovai l'equipaggio, di notte salimmo e assassinammo l'equipaggio di un
piccolo veliero attraccato al porto e fuggimmo prima che potessero
inseguirci... quando si resero conto di quello che era successo la MIA nave
non era gia più visibile.
Viaggiammo per poco più di sette giorni verso sud costeggiando il continente
fino a trovare un riparo tra le scogliere dove iniziammo a costruire il
nostro accampamento. Lungo il viaggio feci una cosa della quale ogni tanto
ancora mi pento: trovammo in acqua una zattera con a bordo un esserino verde
che zompettava di gioia nel vedere che qualcuno lo avrebbe potuto salvare.
Era ridicolo, piccolo, brutto, ma mi faceva ridere, probabilmente per quello lo
feci caricare da Kente, uno dei marinai che avevo assoldato; buon marinaio
che poi si dimostrò anche un ottimo guerriero. Il goblin disse di chiamarsi
Ctucik, disse di essere esperto di armi da fuoco e non credetti mai ad una
sola delle parole che disse ma un "qualcosa" da prendere a calci e che mi
facesse ridere anche quando era serio sarebbe stato un ottimo passatempo.
Una settimana dopo scoprii che era veramente esperto di armi da fuoco ma che
quando le usava era più pericoloso per noi che per qualunque nemico ci
saremmo potuti trovare davanti.
Passarono tre anni di abbordaggi: i carichi che riportavamo erano abbastanza
abbondanti da permetterci di allargarci e presto altri si unirono a noi:
sembravamo imbattibili, la nostra fama aumentava come il nostro numero, ma
mi mancava l'odore del sangue, il rumore delle armi, la vita da mercenario,
combattere per l'oro, combattere soprattutto...
come al solito non c'era sfida nell'uccidere mercenari poco addestrati ed equipaggi
di navi con annessi mercanti.
A volte per avere un vero combattimento uccidevo i miei uomini, andavo
nell'accampamento e ne uccidevo uno, due, tre, quanti me ne capitavano sotto
mano; ero frustrato per il bisogno di combattimento, erano tre anni che mi
mancava qualcosa... mi mancava la gioia di vedere la persona davanti a me
esalare l'ultimo respiro dopo un combattimento! A volte restavo fermo sulla
mia nave a vedere i miei uomini che abbordavano l'altra, non era una sfida
che mi appassionasse.
Sapevo che c'erano guerre nel continente, sapevo di una forza che dal sud
stava invadendo Elea; presi una sola delle mie navi, l'equipaggio più scelto
e fidato ed abbandonai i miei uomini. Finalmente avrei potuto combattere!
Avevamo lasciato Ctucik a terra, non mi sarebbe servito un buffone in
battaglia... purtroppo dopo alcuni giorni di navigazione scoprimmo che era
riuscito a nascondersi dentro ad una scialuppa ed a venire con noi...

Entrammo come mercenari in un distaccamento dell'esercito del Caos, una
piccola armata per lo più di schiavi e mercenari guidata da un generale che
portava degli attacchi infruttuosi nella parte est dell'isola: era un
debole, un incapace, chiunque sarebbe stato migliore di lui, dal suo primo
ufficiale allo schiavo più inutile, perfino Ctucik. Non piaceva a me come
non piaceva a nessun altro; presto iniziai invece a conoscere il
primo ufficiale, Gerad, un uomo forte, dotato per il comando: era rispettato
dai suoi uomini e benedetto dal suo Dio e insieme studiavamo tattiche che poi
lui presentava al generale che puntualmente le stracciava senza neanche
guardarle. In ogni caso, Gerad non si limitò a studiare la guerra con me, ma mi
parlò anche del suo Dio, una divinità malvagia! I suoi canoni non erano la
pace e l'amore ma la morte, la guerra e il sangue!
Mi colpì subito e molto spesso tornai nella sua tenda ad ascoltare i racconti di questo Dio ed a
partecipare ai rituali che teneva in suo onore.
L'altra cosa che feci con Gerad fu complottare; ero anche io un leader e
volevo tornare al comando. Mi disse che l'uomo che comandava i mercenari era
protetto dal generale e che perciò non lo avrebbe potuto destituire, e che
in ogni caso questo era un esercito debole ed anche con gente capace al
comando non avrebbe potuto fare grandi conquiste. Mi persuase ad assassinarlo:
preferivo combattere in un esercito vincente che comandare in
uno perdente e poi per me non sarebbe stato difficile fare carriera militare
nel vero esercito del caos. Ci stringemmo la mano, "Kain ti guidi" disse e
cosi' fu.
La mattina seguente il generale e le sue guardie furono trovate sgozzate.
Fummo subito spostati nel vero esercito; li lo spirito di Kain era più
forte, tutti lo veneravano e vidi i suoi figli incarnati, delle furie di
distruzione. Fummo presto corrotti da quell'atmosfera: non combattevamo più
per denaro ma per la morte.
L'odore e la vista del sangue e' una cosa della quale ogni uomo ha bisogno:
alcuni mascherano questo bisogno con il patriottismo, altri con la
necessità di difesa, altri ancora come lavoro, non io...non io...

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"Non uccidete i vostri nemici ma sfregiateli e mutilateli cosi che essi siano un ricordo vivente per se stessi e per gli altri che ovunque passano i Violatori quasi tutto muore e ciò che non muore desidera la morte"
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