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RIBELLI - Mantis

Ultimo Aggiornamento: 17/02/2004 13:06
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17/02/2004 13:06
 
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Come ogni giorno corro…..impugnando la mia ascia impossibile da usare per qualsiasi essere umano, attraverso i campi da battaglia, staccato dal resto dell’esercito, circondato dai miei compagni, dai miei simili e guidato dal mio solitario capo…..

Il passato scorre confuso nella mia testa, avvolto da una nebbia che confonde realtà e fantasia…. ricordo appena la mia vita prima che tutto cambiasse…. prima che il mondo precipitasse nella guerra….. prima della partenza dalla mia terra….. prima della trasformazione in uomo lupo…… è passato poco più di un anno e mezzo da quando mi sono unito all’esercito di Elea, ma è come se fosse passata tutta una vita…. La mia vita….

Ero una persona come tante, abitavo in un villaggio di Hundra nella zona meridionale di Elea, vivevo tranquillamente passando il mio tempo diviso fra gli esercizi di caccia e l’apprendistato presso un vecchio fabbro. Ero un giovane ragazzo, il mio nome appartiene ormai ad un passato senza molto significato, con un pacifico futuro davanti, o almeno così pensavo….. ancora una volta i ricordi si fanno confusi….. in mezzo alla battaglia non ho più tempo di pensare….. le lame ruotano, il sangue scorre, sento le grida, le urla, poi quasi improvvisamente tutto tace…. ed ho il tempo di far vagare la mente a quei tristi giorni….

Non ricordo quanti anni avessi, ricordo solo che i miei genitori erano ancora in vita, mentre il vecchio fabbro mi aveva lasciato la sua piccola fucina… ormai ero un uomo, lavoravo, mi stavo creando una mia famiglia….. poi tutto finì. Il nostro villaggio era piuttosto isolato rispetto al resto del mondo, eravamo riusciti a mantenere la nostra indipendenza dagli elfi e vivevamo staccati dal resto degli uomini di Elea; un giorno come tanti uno dei nostri messaggeri, che rappresentava il nostro unico contatto con il resto del continente, tornò al villaggio stravolto: da lontano, da terre che noi neanche immaginavamo erano sbarcati eserciti per conquistare Elea….
All’inizio nessuno di noi riusciva ad accettare la realtà, non conoscevamo questi presunti conquistatori e mai in vita nostra avevamo sentito parlare di scheletri e mezzi demoni…. Poi, col tempo, tutti i villaggi vicini ricevettero le stesse notizie, condite con racconti raccapriccianti di città in fiamme e mucchi di cadaveri….. la guerra era iniziata…. e noi non sapevamo quale ruolo avremmo avuto….

Ancora una volta sono sopravvissuto allo scontro, vedo intorno a me amici caduti e nemici in fuga… ascolto, attento alle parole del nostro generale….. poi inizia il viaggio verso non so dove… forse verso la capitale…. forse verso la città vicina….. sicuramente verso la prossima battaglia…..
I miei ricordi si dipanano piano piano riportandomi a quando ricevemmo la visita del consiglio…

Era primavera, questo lo ricordo anche se stranamente non ricordo di quale anno, ma faceva comunque freddo, nelle nostre terre fa sempre freddo. In un villaggio vicino al nostro, il più grande di tutta la regione, era stata indetta una riunione di tutti i rappresentanti dei centri abitati. Ero stato scelto per accompagnare il nostro capo-villaggio; non ero importante, non ero particolarmente dotato, ma ero uno dei pochi uomini del villaggio a poter partire improvvisamente e a restare parecchie giornate lontano dal villaggio... Non ricordo nulla di quei giorni ….. ricordo solo la concitazione, le emozioni contrastanti, la perplessità…. Volevamo solamente continuare a vivere la nostra vita, ma quella era la sola possibilità che ci era preclusa….. da nord eserciti stranieri cominciavano a premere verso le nostre terre e noi eravamo completamente impreparati allo scontro…

Siamo sempre stati un popolo abituato all’uso delle armi ma non avevamo mai sperimentato il combattimento in campo aperto… non avevamo un esercito regolare…. non avevamo una organizzazione bellica…. Saremmo stati schiacciati dagli ordinati eserciti provenienti dal nord.
Una sola immagine mi ritorna alla mente di quel periodo di decisioni critiche: io, attorniato da decine di persone, che assisto ad una cerimonia religiosa in onore del nostro grande Dio della Guerra, Am, affinché ci aiutasse a sconfiggere il nemico, qualora egli fosse stato così folle da attaccarci…. Ricordo le parole del sacerdote, ricordo i rituali al limite della magia… ricordo l’invocazione al Dio e l’offerta…. Quella che avrebbe cambiato la mia vita…… “Grande Dio, aiutaci in questo momento, donaci nuova forza, offrici la possibilità di sconfiggere il nemico, sii orgoglioso di noi e donaci parte dei tuoi poteri…… noi in cambio ti giuriamo fedeltà eterna, le nostre anime e i nostri corpi…” il sacerdote alzò il coltello verso le vittime sacrificali, animali cacciati quel giorno, quando una voce si alzò solitaria…… non so di chi fosse, non l’ho mai capito, e forse non lo saprò mai…. “Se vogliamo che Am ci aiuti, dobbiamo essere pronti a sacrificare qualcosa di più di semplici animali… dobbiamo sacrificare il nostro stesso sangue!!!”. Come una furia quell’uomo si alzò e, strappato il coltello al nostro sciamano, versò il proprio sangue sull’altare sacrificale… quella scena allo stesso tempo terrificante ed esaltante ci colpì profondamente… si scatenò il caos… i più pazzi di noi, me compreso, seguirono l’esempio dell’uomo, elevando preghiere al cielo e cercando al benidizione del nostro Dio. Disprezzammo i pavidi (o i saggi?) che non imitarono il nostro gesto, e prendemmo il repentino cambio del tempo atmosferico, si alzava allorta un vento piuttosto forte, come un simbolo del favore divino che ci eravamo guadagnati…. Eravamo molto vicini dalla verità, ma nello stesso tempo non potevamo esserne più lontani….

Una fitta di dolore attraversa il mio corpo, facendo rizzare il pelo che lo ricopre. Digrigno i denti in una smorfia che terrorizza chi mi sta intorno…. Solo i miei compagni capiscono che sto soffrendo, ma hanno il buonsenso di lasciarmi solo ai miei ricordi…

Passarono alcuni gironi o forse alcuni settimane…. Il tempo è un gomitolo attorcigliato nei miei ricordi…. Eravamo ancora nelle vicinanze del grande villaggio dove si era tenuta la riunione dei capo-villaggio, quando una delegazione del Gran Consiglio di Elea ci raggiunse. Non conoscevamo questi uomini, e a fatica riconoscevamo il loro rango. Si spacciavano per liberi governatori degli umani di Elea, ma nessuno aveva mai chiesto il nostro parere…. Ci portarono notizie terribili: gli elfi avevano abbandonato gli uomini, ed ora nessuno ne sentiva la mancanza, le truppe del dio Kain imperversavano per Elea distruggendo tutto ciò che gli si parava davanti e le truppe dei Violatori, questo era il nome dell’oscura forza che ci minacciava, erano sbarcate in gran numero sul continente. La situazione era critica, piccoli focolai di resistenza nascevano in tutto il continente ma ancora nessuno era riuscito ad organizzarli. Serviva un potere forte, e stava nascendo, ma serviva anche l’appoggio di tutti gli uomini liberi di Elea….
Assistetti quel giorno ad una scena che non dimenticherò mai…. vidi degli uomini cercare aiuto per difendere le loro case e udii altri uomini rispondere loro “e noi cosa ci guadagnamo??”. Percepivo nell’aria la paura mascherata da orgoglio, la diffidenza mascherata da saggezza e sentivo dentro di me salire una rabbia strana, che mi riempiva il cuore di un impeto fino ad allora sconosciuto. Volevo urlare a squarciagola ma qualcuno si mosse prima di me…

Finalmente abbiamo raggiunto la nostra meta. Possiamo riposare per la notte. Monto la mia tenda come ho fatto parecchie, forse troppe volte, negli ultimi mesi. Mi accampo davanti un fuoco fissandolo quasi ipnotizzato. Dalle ombre sbuca inaspettato Samanosuke, il mio comandante; “Cosa c’è Mantis, ti vedo triste?” “Pensieri, capo, sto solo ricordando…” “Capisco…. Fa male, lo so…”.

“Vogliamo veramente abbandonare questi uomini al loro destino, condannando loro e tutti i popoli liberi di Elea, noi compresi!!! Tale è la vostra paura!!! Invocate la benedizione di Am e poi scappate davanti alle prime difficoltà!!” un uomo, forse lo stesso che aveva creato scompiglio alla cerimonia, era salito su un alto palco e parlava a tutti noi, sottolineando le sue parole con gesti concitati…
“Ora noi possiamo scegliere!!! E’ arrivato il giorno di combattere e di uscire dal nostro isolamento durato forse troppo…” la folla incominciava ad agitarsi, forse non tutti la pensavano come lui, ma c’era qualcosa nella sua voce capace di affascinarci e convincerci…. “Vi promettiamo la libertà, l’indipendenza e il rispetto delle vostre terre, quando tutto sarà finito!” disse improvvisamente un membro piuttosto anziano della delegazione “Tutti gli altri popoli vogliono sottomervi e schiacciarvi, noi vogliamo solo unire le nostre forze con voi!”. Poi successe….. all’improsvviso senza alcun preavviso, anche se forse eravamo stati noi a non sentire i segni del cambiamento…. La mia mente fu avvolta dalla nebbia… i ricordi si confusero…. Il tempo incominciò a perdere di significato….per me iniziò una nuova vita, quella vecchia era persa per sempre……..

L’uomo si alzò in tutta la sua statura e urlò “Allora così sia, i barbari liberi combatteranno al fianco del resto di Elea, e combatteranno con la nuova forza donata loro da Am in persona… combatteranno con la ferocia, la forza e l’agilità delle bestie… combatteranno come lupi!!!!”
Sentivo la voce lontana, ovattata, la trasformazione mi aveva preso alla sprovvista, sentivo il mio corpo mutare, le ossa cambiare posizione, lunghi artigli spuntare dagli arti sempre più pelosi e zanne accuminate mi tagliavano le labbra… Gridai… anzi forse ululai come solo i lupi sanno fare….

Mi rigiro nel sonno, sposto il peso diversamente per essere più comodo sul duro giaciglio su cui sono addormentato… il mio sonno è turbato.. sogno il passato e finalmente i ricordi si fanno più lucidi, più vicini….

Eravamo bestie, uomini lupo capaci di roteare con inaudita forza le nostre asce e di muoverci veloci e silenziosi attraverso le foreste più fitte. Accettati a fatica nell’esercito, ma praticamente allontanati dalle nostre case, da quelli che un tempo ci trattavano come pari, formammo all’inizio un gruppo disordinato e poco incline alla disciplina, usato spesso dove la battaglia si faceva più difficile e comandato dalla volontà comune del nostro istinto….
Diversi dagli altri uomini, eppure indispensabili all’esercito, combattemmo per parecchie settimane risalendo i territori meridionali di Elea. Un giorno come tanti, dopo una battaglia come tante, il nostro intervento fu richiesto in un piccolo avamposto di Jeronda, una regione centrale del continente.. Arrivammo tardi, l’avamposto era stato distrutto e, nonostante le nostre forze avessero spazzato via i demoni che avevano assaltato la rocca , trovammo un solo superstite. Lo raccogliemmo quasi senza vita, circondato da amici e nemici morti, coperto di ferite, probabilmente dopo una strenua battaglia in cui aveva mostrato tutto il suo valore. Il suo nome era Samanosuke e, pur essendo un uomo, aveva in comune con noi lupi molte cose… Aveva un passato difficile ed un futuro incerto che gli rendeva quasi impossibile stabilire legami profondi con altre persone. …

Divenne presto il nostro capo, e per noi fu la svolta…. Ci trasformammo in una truppa vera, addestrata alla tattiche di incursione e guerriglia… migliorammo in abilità, coordinazione, equipaggiamento, e soprattutto in fiducia in noi stessi… finalmente ci sentivamo veramente orgogliosi dei nostri poteri, che tanto temibili ci rendevano in battaglia. Ci abituammo al nostro nuovo aspetto, tanto che ormai il tempo che passiamo da lupi sorpassa di gran lunga quello che trascorriamo in forma umana. Incominciammo a darci dei nomi, a seconda delle nostre caratteristiche e del nostro piacere… io divenni Mantis, rapido e letale, come i piccoli insetti che tanto mi affascinano, capaci di uccidere prede ben più grandi di loro…

Misi a disposizione del gruppo le mie abilità da fabbro, confezionando armature adattabili alla nostra forma, e migliorando la mia con il tempo, sottraendo pezzi di armatura ai nemici sconfitti in battaglia. Oggi, ormai, sono un membro anziano del gruppo dei lupi, e presto sarò io ad avere l’onore di portare il nostro stendardo sui campi di battaglia. Sempre presente alla destra di Samanosuke mi distinguo dagli altri lupi per una strana caratteristica: un folto ciuffo di peli che spuntano sulla mia testa, come una specie di criniera bruna…

Sono sveglio…so chi sono e cosa voglio…. sono rinato neanche due anni fa, ma è come se fossi un lupo da sempre…. la nottata è stata travagliata ma la mente è ormai sgombera… il tempo dei ricordi e delle recriminazioni è finito da molto… adesso si combatte…. come lupi, è vero… ma soprattutto come abitanti liberi di Elea… Liberi siamo nati e liberi rimarremo!!!
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