CAOS - Zelgadis

Amore, odio, rabbia, paura? Nulla posso più provare niente di tutto questo a
meno che non siano LORO a ordinarmelo.
Nella mia testa pulsa solo il dolore della LORO voce,ma col tempo ho
iniziato ad abituarmi, a capire a sopportare!
Non ho ricordi del passato! Le uniche immagini che la mia mente proietta
sono scene di battaglia: sangue e carne squassati da decine di colpi, colpi
cruenti, attorno a me tappeti di cadaveri e armi spaccate! Ecco, abbasso lo
sguardo e vedo la mia armatura intrisa di interiora umane, avverto ora il
dolore degli squarci freschi, la pesantezza della mia corazza le braccia
gonfie e i muscoli contratti per stringere la mia spada e il mio
scudo!
Intorno a me strane creature che di me non si curano: giganti verdastri dalla
possente muscolatura, bestie bardate di ferro a due e a quattro zampe, scheletri
contorti e deformi! Perché non mi attaccano? E perché io non li attacco? LORO! Sono
sempre LORO! Non devo, non posso farlo?
Chi allora è stata vittima della nostra furia, di queste orrende e cruente
creature di cui sembra che io faccia parte?? LORO dicono che non è un mio
problema, le LORO voci sono confuse, provo angoscia, vergogna, dolore quando
mi parlano ho mille aghi nel cervello!
Li vedo, sotto i miei piedi cadaveri dall’espressione sconvolta, sembra sia
passato sopra di loro un enorme maglio, quasi come se fossero morti di
terrore ancor prima di iniziare a combattere?
I loro volti fini e delicati, le grandi orecchie a punta e i corpi esili.... no, questi non potevano essere guerrieri.
Una battaglia impari? Ma divertente! Si LORO hanno sentito il mio interrogativo
e mi hanno risposto: è stato divertente!
Mi chiamano? Urlano di proseguire, un grido forte che echeggia nell’aria! Devo
andare... perché? per cosa?
Non mi è dato di saperlo... sono un qualcosa che non
ha potere neppure sulla propria volontà:
LORO ordinano e io devo eseguire.
Cosa sono dunque? Ho due braccia e due gambe, basta questo a definire un
uomo?
No, un uomo non sono, nessun uomo porterebbe mai tutto questo caos e tutta questa
distruzione, mai sarebbe tanto malvagio e crudele. Sono allora una bestia?
Chi sono? Cosa sono!?
...............................

-"SVEGLIA FECCIA!!!"-e cosi
dicendo riaprii gli occhi mentre l’intensa luce della luna s’insinuava
arrogantemente
sotto le mie palpebre appesantite...
riprendendo conoscenza mi trovai disteso su uno scomodo tronco marcio in piena notte.
Torce infiammate illuminavano il nostro accampamento... presto tutto sarebbe stato più chiaro: stanotte ero riuscito a dormire per ben due ore. Non dormivo cosi tanto da molti anni, anzi
non dormivo da molti anni!

"HAI SENTITO SCHIAVO? SVEGLIA! I KAISER HANNO ORDINATO L’ARENA!!!"
il secondo avviso fu seguito con un calcio fortissimo sulla spalla che mi
fece vacillare. Alzai gli occhi verso il generale Rydel e con voce sommessa
mi scusai:
"Perdono signore, non accadrà più?"
egli si girò e spari tra le bestie che si paravano di spalle davanti a me.
La prossima volta non mi avrebbe più avvertito.
Detto ciò mi alzai dolorante ed afferrai la mia spada... stringendola, tutto
mi fu limpido: l’esercito del quale ero schiavo era l’esercito del
Caos!
Avevamo appena razziato, bruciato e disboscato un intera foresta elfica e alcune
creature non erano soddisfatte della battaglia: troppo veloce per loro!
Cosi per evitare che ci ammazzassimo tra noi, LORO, i sommi Kaiser, avevano ordinato
di combattere fra di noi come passatempo fino a che uno dei guerrieri non
fosse stato ridotto in fin di vita, o miglior sorte, non fosse stato ucciso!
Perdite del genere per i nostri Kaiser erano ben accette purchè lo scontro fosse
divertente!
Mi avvicinai fra i soldati e al centro già due bestie si stavano sbranando
fra loro: fra colpi di mazza e morsi il sangue flottava copioso dai loro
squarci... ma questo più che danneggiarli sembrava infuriarli e rinvigorirli. Lo
scontro si concluse con un potente colpo di mazza in pieno cranio che
spappolò la testa di una delle due bestie.
Non contenti i Kaiser fecero uccidere anche l’altra bestia...

"E ora tu,schiavo"
disse con voce pacata e pungente ARTAX. Il suo richiamo mi fece rabbrividire e il generale
Rydel, vedendomi immobile, mi prese di peso e mi scaraventò al centro dell’arena
"GLI ORDINI DEI FIGLI DI KAIN SI ESEGUONO ALL’ISTANTE!!!"
alzai lo sguardo verso di loro senza fissarli negli occhi e implorai perdono.
Con un cenno dall’orda schierata a cerchio venne fuori un orco corazzato quasi interamente con grosse placche nere logore e consunte e con una grossa ascia intrisa di sangue rappreso e
incrostato.
Al che i due Kaiser cominciarono a disquisire in modo che tutti potessero
ascoltare:
"C’è qualcosa che non mi piace in tutto questo, fratello"
esclamò irritato ARTAX.
"Cosa?" rispose tuonante il Kaiser, nonché suo fratello, THOR.
"Non sei d’accordo anche tu che per oggi abbiamo visto troppa carne piegarsi e sanguinare?"
"Si,in effetti anch’io sono stanco di vedere sempre gli stessi scontri" ribadì THOR
"Bene! Allora lo troverai interessante...TU!"
Esclamò ARTAX irritato, puntando il suo solenne dito verso di me:
"Tu verrai spogliato della carne per combattere!" e cosi dicendo, alcune bestie vennero
fuori dall’orda e in poco tempo mi sbranarono interamente lasciando solo
integre le mie ossa.
"Bene! Ora alzati e combatti Zelgadis Darkfury, oggi
per noi combatterai da non morto. Se più avanti le tue sembianze ci
stuferanno penseremo a qualcos’altro... ora: COMBATTI!!!"

E così dicendo io e l’orco ci scontrammo per far divertire i nostri padroni.
Lo scontro si concluse con la mia vittoria, ma a me non era concesso gioirne
o esserne fiero...
Cosa sono? Sono un giocattolo nelle mani dei padroni! Combattere
è il mio unico pregio; altro non so fare, altro non mi serve! Il mio corpo
cambierà fin quando a KAIN farà comodo! Ora nella mia mente c’è solo MORTE!