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RIBELLI - Duskathion

Ultimo Aggiornamento: 07/02/2004 13:09
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07/02/2004 13:09
 
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Al generale dei Ribelli di Elea, Blaster

Signor generale,

l'ultima volta che ci siamo incontrati mi ha chiesto la mia storia, come e perché mi sono unito al suo esercito, ecc.. Anche se scrivere queste righe mi comporta un grande sforzo ed una notevole sofferenza, questo é proprio ció che faró, perché il mio comandante, Ascanio, mi ha insegnato che quando viene dato un ordine c'é solo una cosa che va fatta: obbedire!

Dunque, ecco la mia storia.

Il mio nome é Duskathion e sono nato nella capitale dei Ribelli, Wermat, primo ed unico figlio di un ricco mercante, Ulabius, e di Freaska, mia madre, che non ho mai conosciuto perché é morta nel mettermi al mondo. Mio padre mi ha sempre adorato, essendo il suo unico figlio. Pur se felice per la mia nascita, peró, ho sempre avuto il sospetto che la morte di mia madre lo abbia scosso piú di quello che dava a vedere, e che in fondo mi abbia considerato in parte colpevole. Sapeste come é difficile, da bambini, voltarsi di scatto per spiare il proprio padre e vedere se nei suoi occhi c'é amore o odio!

Comunque, la mia giovinezza é passata tra gli agi e gli studi per diventare il successore di mio padre. Una vita che molti troverebbero attraente, ma che in qualche modo mi annoiava, pur non capendone appieno il motivo. Forse era la mancnza di sfide, il fatto che tutto fosse cosí facile per me, o forse era la mancanza di fratelli e compagni della mia stessa etá. Infatti, mio padre voleva che studiassi, che frequentassi solo certi ambienti e certe compagnie, ovviamente scelte da lui!

Ma il futuro che mio padre aveva giá deciso per me non si sarebbe mai avverato. Un giorno, infatti, nel nostro emporio, viene una ragazza di umili origini a chiedere l'elemosina. Mio padre fa per cacciarla ma non fa in tempo ad impedire che io rimanga fulminato dalla sua bellezza ... senza scampo... La inseguo quindi fuori dal negozio e le faccio le mie scuse, comportandomi come un cavaliere dei tempi andati ... lei si gira, con i suoi morbidi capelli color del grano e i suoi profondi occhi grigi ... e a quel punto so giá che non potró piú fare a meno di lei!

Mio padre, peró, non accetta assolutamente la cosa e mi pone di fronte ad un aut aut: o lei o la sua ereditá! Neanche a dirlo, un giovane innamorato che scelta poteva fare? Ed ecco, cosí, che io e Laurhana, questo il nome della fanciulla, andiamo a vivere per un breve periodo di tempo, il piú bello della mia vita, in una piccola casa di legno ai margini della foresta di Bosco Azzurro. Lí, mi do da fare per sbarcare il lunario come taglialegna e falegname, e divento piuttosto abile ad usare la mia ascia (cosa questa che mi tornerá utile in seguito, come puó immaginare). Dopo due anni, Laurhana mette al mondo Faulla, mia figlia. La mia gioia é tale che penso di esplodere!

La nostra vita continuava cosí, felice e spensierata, finché un triste giorno di alcuni anni dopo, sette per l'esattezza, di ritorno dai boschi vedo la mia casa in fiamme. Corro come un pazzo verso la casa, gettando per terra tutto ció che avevo in mano tranne la mia ascia, entro dentro urlando a gran voce per richiamare mia moglie, e mi trovo davanti alla scena piú raccapricciante della mia vita: mia figlia é a terra, morta, evidentemente uccisa da un colpo di spada, e mia moglie, morente, sta per essere violentata da un essere mostruoso, solo parzialmente umano. Quel giorno la mia furia é esplosa, e quell'essere ha letteralmente perso la testa!

Dopo aver seppellito la mia famiglia, mi sono reso conto che quel capitolo della mia vita era finito. Sono rimasto seduto sulle macerie della mia casa per giorni e giorni, quasi senza nutrirmi, e ho pianto tutte le lacrime che sono stato capace di piangere. Da allora non sono piú stato capace di versarne e molti che mi conoscono pensano che io sia fatto di ghiaccio ... ma non é vero ... e poi, in fondo, anche il ghiaccio si scioglie quando il sole batte forte e cocente nel cielo azzurro, o quando lo si avvicina al sole! E so che un giorno i miei occhi azzurri torneranno a sciogliersi ... solo che quel giorno é ancora molto lontano ... e non so se vivró abbastanza a lungo perché quel momento arrivi ...

Comunque, dopo giorni, o forse settimane, mi sono messo in marcia, con l'ascia in spalla, camminando come un vivo ma completamente morto nell'animo, e sono tornato da mio padre, nella capitale, umiliandomi e chiedendogli perdono, pregandolo di riaccettarmi nella sua casa. Lui, peró, non mi ha voluto perdonare o, meglio, ha detto di averlo fatto ma che non poteva riconoscermi di nuovo come suo figlio primogenito. Durante la mia assenza, infatti, egli si era risposato ed aveva avuto altri due figli. Compresa la situazione mi sono congedato da mio padre ma lui mi ha detto, abbracciandomi: "non te ne andrai di nuovo, figlio mio! rimani in cittá, arruolati nell'esercito, difendi la tua patria e vendica la tua famiglia! Pagheró io tutte le spese".

Ed é quello che ho fatto, pur non avendo ricambiato il suo abbraccio perché io credo che a lui interessi solo un esercito forte che riporti la pace cosí che i suoi guadagni tornino fiorenti come un tempo. E non solo mi sono unito all'esercito, ma mi sono addestrato con il miglior comandante sulla piazza: Ascanio! E da lui ho appreso tutto ció che so sull'arte del combattimento e sui suoi due aspetti piú importanti: efficienza e obbedienza!

Il periodo all'accademia é stato un periodo durissimo, eppure non ho avuto problemi ad affrontare le varie prove a cui sono stato sottoposto, perché la mia mente riandava sempre ai giorni felici passati con mia moglie, e quando una prova sembrava piú dura delle altre, mi bastava richiamare alla mente l'immagine della mia casa che andava a fuoco per trovare nuovo vigore. Ancora oggi, sono queste immagini a darmi forza, a spingermi avanti e a non arrendermi a quel desiderio, sempre cosí vivo la notte con il buio, sempre piú nascosto nel profondo dell'animo, di farla finita, di abbandonare questa vita, e di raggiungere la mia adorata famiglia. Quello che gli altri cadetti scambiavano come coraggio, determinazione, forse anche pazzia, in realtá non era altro che dolore, dolore e ancora dolore, e il tentativo di soffocarlo con la disciplina prima che mi facesse esplodere. Il dolore mi ha temprato e mi ha reso forte, ma mi ha anche tolto la voglia di sognare, come quando da piccolo pensavo che avrei costruito delle ali e sarei volato in alto, nel cielo, sopra tutti e tutto. E forse questo é un bene, perché al giorno d'oggi non conviene sognare ... é meglio affrontare la dura realtá a viso aperto e con coraggio e onore.

Ma mi accorgo che sto divagando, e questo non é bene per un soldato. Dunque, tornando alla mia storia, il giorno della promozione da semplice recluta a soldato, mio padre era sulle tribune ad applaudire, ma il mio cuore, giá freddo per il dolore e la rabbia, era ormai anche duro come l'acciaio della mia ascia e ricoperto di cuoio come il mio corpo pieno delle cicatrici dell'addestramento, e l'ho ignorato completamente ... non ho fatto neanche caso se vicino a lui erano seduti la sua nuova moglie e i suoi figli. Chissá cosa ha detto loro, cosa dice loro del suo primo figlio ... quello che forse, oggi, non avrebbe piú voluto. Chissá.

Non mi interessa neanche molto saperlo, in realtá, perché mio padre, per me, ora é il mio comandante ... e per lui sono disposto a fare qualunque cosa! E nell'esercito ho trovato tanti fratelli e amici, tutti quelli che non ho mai avuto! Insieme a loro mi sento al sicuro, m i sento in una famiglia, mi sembra quasi di aver ricominciato a vivere ... quasi ...

La settimana scorsa ho avuto il mio battesimo sul campo di battaglia, e 7 uomini del Caos sono caduti sotto i colpi della mia ascia, Holzenfang, che é molto utile quando si tratta di abbattere qualcosa, siano essi alberi, uomini o mostri!

Durante lo scontro ho capito che il tempo del dolore era finito e ho avuto modo di conoscere un nuovo aspetto del mio carattere: ho scoperto il piacere della battaglia! Non il gusto di uccidere, questo no, non provo particolare piacere neppure nel togliere la vita a un mostro ululante, ma proprio il gusto della battaglia, il sentire i passi degli uomini in marcia, il rumore delle spade sugli scudi, i ritmi cadenzati dei tamburi e il richiamo sonante dei corni, l'odore del sudore e del cuoio bruciato dal sole frammisto a quello della paura, il luccicare dell'olio sulle lame che diventano opache per il rosso del sangue, le grida dei soldati e gli ordini dei comandanti. Tutto questo mi eccita in un modo che non sono capace a descrivere esattamente, ma il piacere che provo quando un avversario abbocca ad una mia finta e la mia lama trova spazio nelle sue difese, o quando la mia ascia devia un colpo mortale diretto al mio cuore, sono sensazioni fortissime, che mi tolgono il respiro, quasi come facevano i baci della mia dolce sposa. Queste azioni mi dicono che il mio addestramento é completo ed efficiente, che sono diventato un vero soldato, e di questo ringrazio il mio comandante Ascanio, aye!

Così, ora combatto nell'esercito dei Ribelli, secondo molti per una giusta causa, per la libertá della gente comune, quella stessa gente di cui una volta facevo parte, e che invece adesso mi sembra solo un timido gregge, bisognoso del pastore e dei cani per essere guidata! Ma poi penso che molti di loro hanno perduto le loro famiglie, come me, ed é soprattutto per loro che combatto, per quelli che hanno sofferto e che non hanno neanche la possibilitá di riscattarsi, perché troppo vigliacchi, o poveri, o disperati.

Non so cosa mi riserverá il futuro, probabilmente la morte sul campo di battaglia, ma non ho paura di questo, assolutamente no, né mi aspetto che il mio nome sia ricordato come quello di un eroe. Non sono neanche un grande fedele, per cui non spero neppure in una ricompensa ultraterrena. Al piú, spero che la mia sia una morte valorosa, al termine di una importante battaglia, e che il mio comandante, il mio nuovo padre, possa essere orgoglioso di me! Così come io sono onorato di combattere al suo fianco! E quel giorno, ne sono sicuro, mia moglie verrá a salutarmi assieme a mia figlia ... e saremo di nuovo insieme.

Mi sembra proprio che questo sia tutto, signor generale, una storia come tante, credo, in questi tempi bui, ma una storia speciale per me, perché é la mia storia.

Con fedeltá e onore, per la gloria e la libertá di Elea,
Duskathion del Pugno

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"Non uccidete i vostri nemici ma sfregiateli e mutilateli cosi che essi siano un ricordo vivente per se stessi e per gli altri che ovunque passano i Violatori quasi tutto muore e ciò che non muore desidera la morte"
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