Sid Onorevole Senato Umano,
vengo da terre lontane ed approdo adesso nell'isola di Mele. Il cuor mi si riempie di gioia nel veder quanti della mia stessa razza alberghino ad Avalon.
Sono qui per richiedere l'attribuzione della skill INTIMIDIRE.
(//allego qui di seguito il BG del personaggio per intero. Perdonate, ma è nel 'contesto' che il personaggio dovrebbe avere le caratteristiche consone alla skills, non vi è un evento in particolare che le denota :) grazie per l'attenzione)
Nacqui il 13° giorno del mese, in un villaggio a nord dell'Irlanda. Quella notte nevicava, e le nuvole erano cattive nel cielo, come era dolce la neve che esse lacrimavano. Questo è l'inizio della mia storia.
Il mio nome era Fhièral da Passoscuro: così le città vicine chiamavano il nostro villaggio. Ero unica, nel mio piccolo, e per questo ero scansata da tutti: capelli bianchi, pelle diafana... Un'albina.
Mia madre mi amò comunque, comunque io fossi, con tutta se stessa. Non accettò il nome che mi diede mio padre, e quando mi cantava dolci note alle orecchie, o mi insegnava le preghiere alla Dea, in segreto, lei mi chiamava sempre, con dolcezza 'Primarosa'. Disse che il mattino dopo la mia nascita, nel bosco una fanciulla del villaggio trovò una rosa rossa e che quando l'aveva riportata alle donne di passoscuro, Ardea -il nome di mia madre- l'aveva chiesta per se, e io ero rimasta a guardare affasicnata il fiore fino a quando ogni suo petalo era caduto. Quello strano fenomeno -del quale nessuno trovava spiegazione- fu visto come un piccolo miracolo della natura, oppure come una sorta di presagio. Fatto sta che da allora, per Ardea io fui sempre Prima Rosa.
All'età di 5 anni imparai a suonare il flauto. Ricordo che un viandante proveniente dall'Europa aveva portato con se quello stupendo strumento e me ne aveva insegnato le note e il modo di tenerlo. 'Come fosse una bella donna' e dato che non comprendevo l'amore a quell'età, immagginai il Flauto come fosse la Dea: perchè a quanto diceva mia madre, era la Dea, la Signora più bella e buona di tutte.
La mia infanzia fu dolce e delicata: non pesò sulle mie spalle il fatto di essere 'diversa': nessuno si azzardava a parlare male di me, adesso ancora che ero piccola e che mio padre era un membro importante della cittadella stessa.
Ma quando a 7 anni per me iniziò una vera vita sociale, fu una tragedia. Le madri nascondevano il volto dei figli sulle gonne, al mio passaggio, e i loro occhi erano colmi di terrore. 'E' mandata dal Male' sussurravano, così ad alta voce che io potevo sentirle. 'Non è umana... E non è figlia di Galàdros'.
Più crescevo, e più questa consapevolezza si ingrandiva -il fatto cioè che mio padre non fosse veramente mio padre-. Quando al mio 10° compleanno mia madre preparò per me ciondolo che conteneva in se il pelo di uno strano animale -un Unicorno: nel villaggio se ne parlò come 'un cavallo Cornuto, dal crine come quello di Fihèeral, figlio del Male'- e mi regalò dell'incenso, il mio piccolo mondo di sicurezze crollò: venne scoperto il suo culto segreto, e in tutto il villaggio si sparse la voce che mia madre era una strega, e che avesse fatto un rituale con qualche forza maligna per rimaner di me in cinta.
Mio padre, che mai l'aveva onorata come moglie, e che sdegnava aver una primogenita femmina e per altro 'demoniaca', approfittò della cosa, e la fece bruciare viva.
Davanti ai miei occhi.
Implorai di poter morire con lei, di potermene andare da quel mondo che avevo iniziato a capire:non era per me. Non dimenticherò mai il viso di Ardea placido e sorridente, e i suoi occhi, mentre il fuoco divampava, solo per me.
Ma Galadros, che consoceva la verità -una verità che mi fu rivelata ancor dopo- ebbe pietà di me, forze più per cordardia, e non mi uccise.
La notte dopo la morte di mia madre, preparai un fagotto dove misi il flauto che mi aveva regalato il viandante e gli incensi. Al collo, la pietra con l'ultimo ricordo di mia madre.
Partii sola, e dal cielo cadeva fitta, densa neve.
Non vi ho mai più fatto ritorno.
Iniziò così la seconda parte della mia storia.
Vagai per quasi un anno tra villaggi e città alla ricerca di me stessa e di un posto che mi accogliesse senza darmi dell'abominio umano'.
Fu in questo periodo che mi aggregai ad una banda di piccoli delinquenti, capeggiati da un ragazzo di circa 20 anni. Il suo nome era Bhorek, e mi insegnò la tecnica dello scippo e sopratutto del nascondermi. Era il mio insegnante malefico, il lato nero della mia anima. Mi alimentava ricordandomi che la società mi ripudiava, e che anche io dovevo far lo stesso. Inoltre, fece una cosa che cambiò per sempre la mia fanciullezza: mi insegnò ad uilizzare il mio aspetto non per spaventare, bensì per incuriosire, ammaliare, inquietare la gente.
Abbandonai la banda un anno dopo, all'età di 12 anni, dopo che Bhorek tentò di uccidere una donna. Ricordo quel giorno con nitidezza, e il sangue sulla lama. 'Aiutami, Fhièral! -dalla morte di mia madre, Primarosa era stata dimenticata- Aiutami ad ucciderla, o le guardie ci scopriranno!'. Ero fuggita inorridita: non dalla donna che lenta moriva, gridando... Ma dalla paura di uccidere. Dalla paura di essere veramente un mostro... fino ad allora era stato un gioco. Ma diventare veramente ciò che il mondo diceva che io fossi: un diavolo in terra... Non potevo accettarlo. Non volevo che andasse a finire così.
Fuggii di nuovo, lasicandomi alle spalle l'irlanda.
La terza parte della mia storia è la più dolce.
Sbarcai in Inghilterra all'età di 13 anni. Ero poco più che una bambina, e grazie agli insegnamenti di Bhorek avevo imparato a farmi delle amicizie o almeno di diventare per un poco di tempo la 'creatura esotica e sovrannaturale' che tutti gli snob volevano portare con se. Aggiungete che sapevo suonare uno strumento e cantare preghiere in una lingua sconsosciuta, e avrete il quadro perfetto del mio successo.
Vagabondai per le grandi città come menestrello, addirittura imparai a danzare grazie all'aiuto di una ragazza italica, Claudia, che mi fece capire che 'Per essere in equilibrio con il mondo bisognava trovare l'equilibrio con il corpo e con la musica'.
Racimolai una certa somma, e passai una vita traqnuilla. Se c'era pericolo intorno a me, bastava fuggire oppure intimorire chi mi voleva far del male: se avevo appreso come far apprezzare il mio corpo, allo stesso modo avevo appreso come utilizzarlo per arma di difesa. A volte bastava sgranare gli occhi e sibilare qualche parola senza senso dal suono sinistro, e gli spettatori poco graditi se la davano a gambe levate.
Poi, tutto cambiò di nuovo, quando una sera di primavera passeggiando per una stretta via, mi fermai incuriosita dalle luci di una taverna, e decisi di entrare.
Fu allora che conobbi il mito di Avalon, e rinacque Primarosa, l'amore per la Dea e per mia madre, morta nelle fiamme.
Venni a sapere da una coppia di viandanti che esisteva un'siola -l'isola delle mele- accessibile solo a chi aveva un cuore puro o a chi la Dea stessa decidesse. E cosa ancor più importante, scoprii che era lì dove la forza della Dea si concentrava, e dove io sarei dovuta andare... per torvare la pace.
Prima di parire, però, volli tornare a Passoscuro: volevo rivedere il mio passato, per essere sicura del mio presente e poter ipotizzare un futuro. Misi piede sulla strada battuta di passoscuro all'età di 14 anni e mezzo, e la visione del villaggio mi lasciò senza parole.
Non vi era altro che cenere e terra, catapecchie dai tetti sfasciati, torri di fumo. C'era stata la guerra. Corsi dove si trovava la mia casa, e mi bloccai, quando tutti i miei sensi e la mia memoria mi fecero capire di essere passata davanti al luogo dove mia madre era morta.
Rimasi a fissare Passoscuro per un giorno intero, stando silenziosa sul limitare del bosco risparmiato dalle fiamme devastatrici. Fu allora, che incontrai l'Eremita.
Era una donna bassa, dalla schiena incurvata e gli occhi limpidi come il cielo. Si reggeva su un bastone, e sulla fronte aveva tatuata una stella. "Dolce fanciulla... Primaorsa Rossa d'Inverno. " mi chiamò, alle spalle, e io mi volsi. "C'è un futuro, per te, se vorrai. Sotto le Tre Stelle, solo allora troverai la Pace. E ricorda: il tuo sangue, è sangue nobile. Galadros non era degno neanche di guardarti"
Questo mi disse, e poi si girò, e scomparve nel bosco. Non la rividi mai più.
Seguiì alla lettera le sue parole, ora che avevo rivisto il mio passato, ero pronta. Salpai dall'ingilterra e poi seguii una carovana di mercanti, anche loro andavano verso l'Isola di Avalon.
Ora, 15 anni, sono sbarcata qui. Cosa sarà di me, non mi è dato saperlo, ne sò con certezza se mai riuscirò a dimenticare questi miei primi anni, così freddi, così pungenti e cattivi verso la mia anima. Nella mia sacca un Flauto, tre bacchette d'incenso, un pugnale. Al collo, mia madre Ardea e la sua pietra di Unicorno. Nel mio cuore paura, confusione, speranza.
Adesso, scrivo queste righe, e sento che forse la pace, forse è qui.
Ad Avalon.
Skill: Intimidire
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Skill:
Sotterfugio liv. 1
Diplomazia liv.1
Empatia liv.1
[Modificato da sydia 14/11/2006 21.19]