---> approfitto del fatto che il bg non sia stato ancora letto per apportare alcune modifiche (ho provato a modificare il messaggio precedente ma non me ne da modo).
E' dunque questo secondo il bg di riferimento.
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Con grande ritardo mi sono accorta di non aver mai postato il bg completo, rimedio subito così da chiudere la questione skills. Il bg non è mai stato completato ma è comunque una traccia dell'esistenza di Liniver prima di Avalon.
Scusate ancora per il ritardo
![[SM=g27819]](https://im0.freeforumzone.it/up/0/19/28152828.gif)
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Lasciare l’isola, lasciare il verde intenso delle dolci colline della sua terra, il mare che si infrange sulle alte e imponenti scogliere.
Questo era ciò che lei temeva più di ogni altra cosa di dover fare.
Eppure era questo che in cuor suo sapeva sarebbe accaduto, presto o tardi.
Sua madre aveva seguito il corso del fiume già da qualche mese ormai e quella sensazione di vuoto, che abilmente celava dietro uno sguardo freddo e scostante, unita alla certezza istintiva che suo padre tramasse qualcosa, la accompagnava in ogni momento della giornata.
Questi pensieri affollavano la sua mente mentre da una delle finestre delle sue stanze, situate nella parte est della dimora paterna, osservava il villaggio silenzioso. Era pomeriggio.
Niahm era nata proprio lì, in quel piccolo villaggio nordico perennemente spazzato dal vento.
Sua madre le raccontava spesso che quando nacque il vento smise di soffiare per un’intera ora.
Un prodigio, diceva lei.
Un sorriso tirato le comparve sul volto a quel pensiero: Sua madre.
Niahm era nata pochi giorni prima della grande festa di Samhain e tra poco avrebbe compiuto 19 anni.
Da sempre aveva vissuto con la sua famiglia nella grande dimora sulle colline.
La sua terra era splendida ed era tutto ciò che lei amava.
La sua casa no, quella la detestava.
Detestava tutto di quella paterna dimora, ogni singolo oggetto emanava rigore e freddezza. Quella stessa freddezza che vedeva chiaramente riflessa negli occhi e nei gesti di suo padre.
Nello schioccare della sua frusta sulla schiena.
Non sopportava le mura di quelle casa, sembravano richiudersi sopra di lei come una gabbia. Così si rifugiava nei pochi angoli dove non avvertiva quel peso, quella sensazione opprimente. Preferiva infatti passare il suo tempo tra i volumi della fornita biblioteca della dimora: unico luogo di pace per la sua anima.
Con il suo anziano maestro aveva affrontato di tutto: dalla storia alla geografia delle terre conosciute, dalla conoscenza delle proprietà delle principali erbe alle leggende e alle tradizioni popolari, nozioni di matematica e moti degli astri. Passava molte ore tra vecchie pergamene e tomi polverosi, persa tra le parole impresse sulla carta. Sete di conoscenza la sua. Evasione. Mente acuta e buona memoria la aiutarono ad apprendere tutto ciò che l'anziano aveva da insegnarle...
Ma, purtroppo per lei, ricchezza, potere e tutto ciò che ne derivava erano l’unico credo a cui rispondeva la sua famiglia.
Figlia di Donndubàn O'Fàilbe e Bèfind delle Oileain Arainn, alla sua nascita era stato stabilito che fosse educata da un maestro e da una governante che la educasse al rispetto verso il proprio Signore.
Darth, questo era il nome del saggio maestro proveniente dalla vicina Kilkenny, che in qualche modo l’aveva cresciuta e che continuava a starle accanto.
Il saggio che le raccontava, da bambina, la storia di un uomo infelice a cui uno stregone, invidioso delle sue ricchezze, aveva trasformato il cuore in pietra.
Niahm aveva sempre pensato che le raccontasse questa storia per cercare di giustificare la freddezza paterna nei suoi confronti. Ma di certo non vi aveva mai creduto ed anzi, col tempo, aveva smesso di odiare il padre e aveva cominciato a diventare come lui, fredda e indifferente.
Lei era così, crescendo tra l’indifferenza paterna e l’immagine sbiadita di una figura materna, era diventata così. Sul suo viso regnava la malinconia, le sue parole erano cortesi ma quasi sempre prive di calore.
Era cresciuta in una ‘famiglia’ dove la misura dell’affetto era calcolata in base al denaro e i suoi comportamenti si erano sviluppati di conseguenza.
Suo padre, il suo unico legame con quelle mura.
Suo padre discendeva da un' antica famiglia del Nord dell'Irlanda.
Era un uomo freddo e severo che aveva fatto delle spedizioni di commercio la sua unica ragion d’essere. Fisicamente somigliava moltissimo a Niahm: gli occhi, i capelli e quel modo di osservare la gente.
Non era difficile capire che fossero padre e figlia.
Peccato che a suo padre tutto ciò non importasse.
Lui partiva per le sue campagne, che potevano durare mesi e mesi, e tornava di tanto in tanto a dettar ordini e soprattutto punizioni. Niahm ormai si era abituata, quasi non sentiva più la frusta sulla sua schiena.
Sua madre, il suo unico rammarico tra quelle mura.
Sua madre era una donna molto bella e molto diversa da lei, nell’aspetto ma soprattutto nel carattere. Debole, fragile, incapace di reagire.
Era stata data in sposa ad un uomo sconosciuto per sancire un’ alleanza e aumentare un patrimonio, aveva semplicemente compiuto il suo dovere, senza fiatare.
Niahm non riusciva a capire come avesse potuto resistere accanto ad uomo simile senza reagire, senza almeno tentare.
E infatti sua madre non resistette.
Sua madre un giorno, al crepuscolo, scelse di raggiungere il fiume Boyne per vedere dove conduceva il suo corso.
Si gettò dalla grande finestra della biblioteca e non tornò più.
Niahm aveva 18 anni e non pianse quel giorno, si limitò ad osservare il corteo funebre dalla finestra della sua stanza e il volto inespressivo di suo padre. Pareva quasi non provasse dolore.
Un tempo aveva provato rabbia per quella donna inespressiva.
Rabbia per averla lasciata, per averla abbandonata al suo destino. Sola. Ora solo pena e profondo rammarico.
Dalla morte di sua madre, suo padre continuava la sua vita come sempre.
Spariva per mesi e poi tornava con nuove mercanzie e possedimenti, per poi ripartire nuovamente.
Andava e veniva dalle sue imprese dunque, e vedeva Niahm solo di rado.
Dal canto suo lei evitava accuratamente di incrociare il padre quando questi era a casa.
Tutto andava così come doveva andare. Ognuno per se.
Finchè un giorno il padre di Niahm decise che era ora di una nuova alleanza…economica.
Il patrimonio cominciava a scarseggiare per via dei numerosi viaggi dell’uomo e quale metodo migliore per sancire un alleanza economica se non il dare in sposa la propria figlia al figlio del capo di un clan vicino?
Da questo momento in poi la vita di Niahm prende una svolta improvvisa.
Inutile dire che lo scontro verbale fra lei e suo padre fu tra i più violenti che la dimora di Tara ricordasse. Niahm non aveva alcuna intenzione di fare la fine di sua madre e suo padre era fermamente deciso a portare a termine il suo accordo. Non esistevano compromessi.
Un giorno arrivò a levare la sua spada contro di lei. Minacciandola.
Quel gesto turbò profondamente la giovane ma allo stesso tempo scatenò in lei un insolito e quanto mai pericoloso desiderio di vendetta.
Ad ogni modo, potè poco controla furia paterna.
Per volere di Donndubàn fu rinchiusa nelle segrete della dimora e a suon di frustate le fu intimato di acconsentire alle nozze. Così avvenne.
Stremata e con l’unica possibilità di libertà data dalla fuga, Niahm finse di acconsentire.
Fu riportata dunque nelle sue stanze, curata e vezzeggiata ora da quell’ uomo tanto odiato.
Da colui che si diceva “padre”.
Disgustata e furiosa pianificò la sua fuga.
Nel buio della sua camera il suo cervello lavorò incessantemente per preparare ogni cosa e fu così che in una notte, una sola notte di qualche settimana più tardi, rimise in gioco la sua vita trovando il coraggio di lasciare quelle terre tanto amate.
Una notte, ormai quasi del tutto ripresasi dalle ferite, la giovane lasciò dunque la sua casa, quella dimora solitaria che tanto l’aveva segnata e fuggì.
Abbandonò la sua terra, abbandonò la sua dimora, i suoi amati libri e corse, corse per lasciarsi alle spalle quella vita dolorosa.
Di notte si rifugiava nelle piccole taverne che incontrava lungo la strada, grazie ai denari che aveva portato con se, mentre di giorno cercava di mettere sempre più distanza tra lei e suo padre.
Spaventata e sola, attraversò le sue terre con l'unico pensiero di mettere più "strada" possibile tra lei e quell'uomo...
fu durante una di queste notti di fuga che si imbattè in “Avalon”.
Un forte temporale aveva sorpreso la giovane fuggiasca che stanca, bagnata e febbricitante, cercò riparo come meglio potè ai piedi di un grosso salice. Ma la febbre alta non le diede tregua e i sensi vennero meno.
Al suo risveglio nulla fu come prima, nulla, nemmeno la sua terra. Si risvegliò ad Avalon.
Non ricordava nulla, se non il temporale. Non ricordava quanto tempo fosse trascorso o come fosse arrivata all'isola...sapeva solo che era ad Avalon.
Qui un nuovo nome l’accolse ed una nuova esistenza.
Ad Avalon divenne Liniver.
Ad Avalon Liniver non entra a far parte di alcuna congrega, per propria scelta, ma ha continuato a coltivare i suoi studi e i suoi interessi per le materie storiche e naurali.
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Richiedo dunque, se possibile:
Pg Liniver
KARMA: 14380
conoscenze storiche (livello 2)
conoscenze naturali (livello 2)
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L i n i v e r
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"...nel cuore la mia Eriu, l'isola di smeraldo, terra d'inverno."