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Zorkan (BIPOLARISMO MENTALE)

Ultimo Aggiornamento: 31/03/2006 00:50
31/03/2006 00:50
 
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"Da ultimo Satana pensò di far l’uomo
per averlo suo servo,
e prese del limo della terra
e fece l’uomo simile a sè
ed ordinò all’Angelo del secondo cielo
di entrare nel corpo di fango.
Poi prese il fango
e fece un altro corpo,
in forma di donna
ed ordinò all’Angelo del primo cielo
di entrarvi.
E gli Angeli piansero molto
vedendosi imprigionati
dentro una forma mortale,
nella diversità dei loro sessi."
(Bogomil, "le argomentazioni di Giovanni")


lei:"che stai facendo?"
lui:"dobbiamo scappare."
lei:"che stai facendo? cosa? dove?"
lui:"ti prego, non farmelo ripetere; non c'è tempo. dobbiamo scappare."
palpitazioni.
lei:"ma... dove?... ti prego...che sta accadendo?..."
frustrazione.rabbia latente.
lui:"ti ho detto di non farmelo ripetere! dobbiamo andare via! ti spiegherò durante il viaggio!"
rumore di panni che si trascinano.
lei:"mi fai paura... dove vuoi che scappiamo? come?"
lui:"non lo so. ma dobbiamo andare. a est. e raggiungere gli altri. ora. è la nostra unica speranza."
avvilimento.
lei:"e come pensi che potremo scappare, col bambino che porto in grembo?"
stupore.frustrazione.rabbia crescente.
lui:"bambino... BAMBINO!? ma come ti è venuto in mente di non dirmelo?? maledizione!! maledetta!!"
rumore di schiaffi.

silenzio

rumore di passi veloci nella fredda notte dell'inverno serbo...

chi è un uomo? e qual è la sua vera identità? non sareste capaci di definire cosa un essere umano davvero è - non vi tormentate, nessuno ne sarebbe capace.

una vita in fuga. ecco la mia vita. sono nato fra i monti della romania, ma il mio sangue è serbo. non sono nato fra le coperte di un lazzaretto o di un ospedale, nè in casa di mia madre e mio padre, nè in casa alcuna. sono nato nella foresta del monte negoiu, e mia madre poteva contare solo sulle maniere rudi di mio padre per combattere i dolori del parto. e tuttavia sopravvisse. sopravvisse ai dolori del parto. e altri dolori ben più gravi la aspettavano. ho trascorso i primi anni della mia vita costantemente in fuga da tutto e da tutti... senza capirne il motivo. quello lo avrei capito più tardi. a dodici anni per la precisione. quando mio padre mi ha iniziato alla relgione, sottile filo di distinzione fra un essere umano e un uomo.
ho passato la maggior parte della mia infanzia dividendomi fra bulgaria e romania, visitando insieme ai miei genitori molti dei paesi dell'est europeo. tuttavia non per piacere, non per curiosità... ma per necessità... nessuno di noi può stare più di qualche mese in uno stesso posto... ne va della nostra vita... siamo ancora troppo pochi...ma siamo forti... e lo saremo ancora di più molto presto... mio padre mi ha insegnato l'uso della spada sin dalla mia adolescenza, senza sapere che sarebbe stata proprio la spada a salvarmi la vita e a difendere la causa... ma andiamo con ordine...

un solo nome.
bogomil.
ne sono rimasto folgorato. un uomo dalla profonda cultura, e dalle idee strabilianti. lui è la strada. lui è la verità. lui HA la verità. il dio che tanti sbandierano non regna su questo mondo; lui regna sull'extra-mundia, sul cielo e sulle sue legioni di angeli... ma qui, sulla terra, su questo inferno di violenza e sangue... a regnare non è dio... bensì egli, l'angelo decaduto, il servo rinnegato, che ha creato nel dolore della condizione mortale l'uomo e la donna, e li ha lasciati in balia dell'odio stillato da se stesso come linfa vitale della creatura chiamata essere umano...
mio padre e mia madre sono stati profondi sostenitori della sua dottrina,e hanno trasmesso a me, loro unico figlio, l'amore per le teorie di quest'uomo; a 14 anni mi è stato presentato, e gli ho parlato per la prima volta... e ho visto il fuoco che animava le sue parole e i suoi gesti ardergli nel profondo degli occhi rossi che mi scrutavano... lo stesso fuoco che ha trasmesso a me da subito... lo stesso fuoco che i miei nemici ora vedono quando mi combattono, e pregano il loro insulso dio di salvarli dalla furia dell'angelo malvagio che guida la mia mano e la mia spada...

ma la morte perseguita l'uomo relegandolo perennemente e inesorabilmente nella sua condizione inutile. e quando non siamo noi a morire è anche peggio. capitò così che mia madre spirasse pochi mesi dopo il giorno del mio incontro con bogomil, lasciando da soli me e mio padre... e altro non potemmpo fare che unirci per sempre alla carovana del sacerdote bulgaro? fummo accolti molto bene, e subito ci distinguemmo per le nostri doti di cacciatori... del resto dopo una vita passata fra i boschi dei balcani e dei carpazi, cos'altro avremmo potuto saper fare? dalla caccia degli animali alla lotta agli esseri umani il passo fu breve.... ma ci tengo a precisare che se fosse stato per noi non saremmo mai arrivati a macchiarci le mani del sangue di altri uomini... loro hanno cominciato, e noi abbiamo risposto a tono...
sei anni passarono dal giorno del mio primo incontro con bogomil. sei anni in cui sono vissuto all'ombra delle sue strabilianti parole...peccato che non tutti la pensano così. il papa, o meglio colui che si definisce successore di pietro nella sua sconfinata presunzione, a quanto pare ci teme. sa che noi abbiamo la verità e che potremmo causare la fine del suo lercio e corrotto potere... e per questo ci teme, ha paura di noi, e ci combatte... ci perseguita... ma noi non faremo come quelli ottusi martiri di cui tanto ho sentito parlare, quelli che credevano che dio regnasse anche su QUESTO mondo... stolti... non si rendono conto che i fatti danno ragione a noi, etichettati eretici e seguaci di bogomil... come si può credere nell'amore fra gli uomini quando gli uomini non fanno altro che combattersi e uccidersi a vicenda? non li capisco... stoici o ottusi? in ogni caso non mi faccio problemi per loro, che sono morti e sepolti, e esaltati indegnamente dalla fede proprio di quel papa che adesso non fa altro che perseguitare noi... alla stessa stregua dei romani che perseguitavano i suoi predecessori... la nostra è una lotta, però, una lotta armata contro quel potere che vuole annientarci... non so se il sommo bogomil ci appoggia... ho superato quella condizione di servilismo nei suoi confronti che avevo quando ancora adolescente mi avvicinai per la prima volta alla sua dottrina... ora che ho 21 anni e sono nel pieno della mia forza fisica e mentale sono il flagello della lotta armata contro gli inetti combattenti cristiani... e si fregiano di titoli come "braccio di dio","sacro inquisitore", e via dicendo, senza sapere chi realmente regna su questa terra... o forse in cuor loro lo sanno e non lo ammettono, e perseguitano noi, che ai loro occhi siamo eretici. stolti...

fummo tratti con l'inganno in quel granaio... eravamo in bulgaria, era una mattina di maggio, stavamo quasi sul danubio, e accingendoci ad attraversarlo, per entrare nei regni della romania... quando fummo avvisati che bogomil in persona si trovava in pericolo, accerchiato dai cavalieri cristiani, in un villaggio a mezza giornata di cammino dal punto dove noi ci trovavamo... un colpo al cuore fu per me e per i miei compagni d'arme... mio padre allora aveva conquistato il comando di quel manipolo di spadaccini di cui anche io facevo parte... ordinò a me e ad altri quattro miei compagni di andare a controllare la situazione e di tornare a chiedere aiuto se fosse stato necessario... obbedimmo e corremmo come il vento fra gli alberi in una giornata di bufera... arrivammo prima dell'ora nona al posto che ci avevano consigliato di rendere il nostro campo base... entrammo, per cercare un po di riposo per tanta faticosa corsa... e fu allora che mi resi conto che la viltà dell'uomo non ha limiti: il granaio fu presto incendiato... da frecce incendiarie scagliate in gran quantità dall'esterno... fummo colti di sorpresa... alcuni, fra cui io, riuscirono a fuggire dal granaio e ad andare all'esterno... per altri quel magazzino fu una tomba di fumo e fiamme... il regno di satana sulla terra... del resto me lo dovevo aspettare... dopotutto il mondo materiale è regno di satana... la cosa che invece non mi aspettai fu vedere la figura di mio padre fra gli arcieri e fra gli altri militanti... quindici erano in tutto... fra arcieri e cavalieri... troppi, troppi per gli unici tre sopravvissuti di quella sciagura.... per me fu un colpo durissimo... la mia ombra.. l'uomo che mi aveva concepito, cresciuto, a cui dovevo la conoscenza di bogomil, l'uomo che per primo mi aveva iniziato ai segreti della spada... fummo catturati, dunque, e il vile traditore che era mio padre voleva portarci dritti dritti a Roma, alla sede papale, per farci giudicare direttamente dal papa... ma la bulgaria è piena di boschi e montagne... troppi sono i sentieri che intersecano queste vie di fuga ideali per un prigioniero... troppe volte il mio cuore mi ha spinto alla fuga e alla scomparsa fra gli alberi... avevo le mani legate, ed ero l'ultimo della carovana...dietro di me solo una guardia... finsi un malore, accasciandomi a terra sul terriccio umido dei sentieri montagnosi... iniziai a gemere abilmente, come se un male mi stesse divorando le viscere... e troppo gentile fu il mio guardiano... si chinò su di me, senza curarsi di far attendere gli altri... animato da una pietas che non si addiceva affatto al suo ruolo... fu un attimo... approfittai del fatto che si era chinato su di me per scattare all'indietro, in modo da essergli alle spalle... un calcio nei reni lo immobilizzò, senza tuttavia dargli la possibilità di gridare... dopodichè abbassai le mani legate ai polsi verso di lui... facendogli passare la corda che li teneva legati intorno al collo... e iniziai a stringere... a stringere come non mai... posso sentire ancora i suoi gemiti disumani... e i suoi tentativi pietosi di salvarsi... non ci fu nulla da fare... morì dopo qualche decina di secondi... mentre un ghigno soddisfatto prendeva forma sul mio viso
occhi che dopo morto sembravano fissare il suo carnefice con il terrore negli occhi... usai la sua spada per sciogliere i legacci che mi costringevano a non poter muovere le braccia... dopodichè mi addentrai nella foresta... con la sua spada stretta nella mano destra... e guardai con soddisfazione i compagni dell'uomo che avevo ucciso tornare di fretta sui loro passi e chiedersi rabbiosamente dove fossi... poi in un attimo imbracciarono le loro armi e tagliarono la gola ai miei compagni... sentii il sangue pulsarmi nella testa come impazzito, e un dolore si impadronì del mio cervello, mentre una voce dentro di me sembrava urlarmi contro "che cosa hai fatto?? perchè l'hai fatto??? hai ucciso un uomo e sei stato la causa di morte di altri due esseri umani... CHE COSA HAI FATTO??" mi appoggiai alla corteccia di un albero... la testa pulsante di dolore, gli occhi iniettati di sangue... non so per quanto tempo rimasi in quella posizione... so solo che dopo molto tempo una nuova consapevolezza crebbe in me... e lentamente nella mia testa si formarono altre parole, ben più macabre e preoccupanti... "bravo... hai lottato per la tua sopravvivenza... e hai ucciso... bravo... ma ora SAI che puoi, che DEVI osare di più..." e lentamente una macabra idea prese forma in quella che oramai stava diventando la mente malata di un pazzo...

due giorni di fuga, in cui cosparsi i posti in cui andavo di piccoli indizi sulla mia presenza... orme inequivocabili, brandelli della mia veste, gemiti notturni e non... fino a che la voce malvagia nella mia testa mi disse "e ora... è arrivato il tempo per tuo padre di rendersi conto di chi ha dato alla luce..." subito però sentii un'altra voce... dirmi "non ascoltarlo... non ascoltiamolo... lui trae forza dal sangue versato, ed è pura malvagità... io so che non siamo malvagi... non ascoltarlo " e così avanti per ore e ore, in un doloroso invio di impulsi elettrici nel mio cervello, isolandomi dal mondo materiale e portandomi in una dimensone nuova, fatta di angoscia e dolore, in cui non potevo che fare da spettatore alla lotta interiore che si stava prendendo beffe del mio sistema nervoso... ore e ore in questa condizione, le mani tremanti che premevano ogni minuto di più sulle tempie per attutire invano quel dolore lancinante che col passaggio del sangue nella testa sembrava divenire sempre più forte... ma alla fine fu la voce malvagia ad avere la meglio... così una mattina lanciai indizi a mio padree, e a lui solo... ed egli capì, e venne dove volevo io... una radura angusta e buia, dove a malapena pochi raggi solari filtravano attraverso le spesse fronde degli alberi... e fu lì, con la natura a far da spettatrice, che sfidai mio padre per la prima e unica volta... una nuova consapevolezza si prese il mio corpo, e il mio braccio sembrava guidato da una divinità bella e terribile, fatta di solo male, di male fine a se stesso... la spada che sarebbe stata la mia fine ora si trasformava nella fine di chi aveva desiderato tanto la mia morte... da vittima a carnefice... passarono due , tre, quattro ore, prima che quel duello fra consanguinei vedesse finalmente il suo tramonto...e nel momento in cui affondai la lama di acciaio nel petto di mio padre egli cacciò un gemito lungo e soffocato, guardandomi con occhi di vetro, non più umani, uno sguardo che mi atterrì... e subito Lei ritornò... "oggi, oggi è il giorno in cui tu... hai gustato per la prima volta la vendetta... so che stai bene... so che ti senti forte... e per questo ti dico... verranno altre occasioni... non le lasciar scappare..." seguita subito dall'altra... "non ascoltarlo... oggi ti sei macchiato del più orrendo dei delitti, sei un parricida... non devi cedere ancora alla tentazione del sangue... è una tentazione che ti porterà alla morte..." e ancora avanti, per ore... senza nemmeno saperlo mi accasciai in posizione fetale, proprio vicino al cadavere di mio padre... ma i miei occhi non lo scorgevano, le mie orecchie non sentivano altri suoni che non fossero quelli delle due voci che mi distruggevano il cervello e l'anima, le mie mani non sentivano nè la soffice erba, nè la lama conficcata nel cuore del mio genitore, nè il sangue che mi gocciolava dagli occhi, rosse lacrime di dolore e morte... mentre tremante mi portavo le mani a coprirmi il volto, le dita in una intricata e mobile ragnatela sulle mie guance... il mio cervello che dolorosamente pulsava e lentamente collassava sempre più...

quando mi sono svegliato non ero più nella radura... ero sdraiato sulla sabbia, sulle sponde di un lago, una città poco lontana da dove ero io... mi alzai, nell'illusione che le voci mi avessero abbandonato... che sciocco... anche lì, anche in quel mondo sconosciuto, mi tormentavano, e circondavano il mondomateriale della loro immaterialirà, di fatto strappandomi da esso e portandomi in un'altro piano dimensionale, fatto di liquidi suoni e di dolorose lotte con me stesso...
è così che giunsi ad avalon; senza sapere come, senza immaginare dove essa sia... per ora ci sono e basta... e ogni tanto, di notte,mentre il mio cervello debilitato cerca di dormire, un dubbio mi assale... che il mio corpo si trovi ancora nella radura scura di quel bosco in bulgaria, accasciato a fianco di mio padre, in un distorto quadro familiare... mentre la mia mente abbia preso a viaggiare, e si sia creata questo mondo... per offrirmi un diversivo... prima della morte...

DOPPIA PERSONALITA': Approvata

Skill ESPERIENZA IN ARMI AD UNA MANO

_________________

Skill:
Esperienza armi da guerra leggere liv. 1


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