Ok! AiRe parliamone. Mi sembra che sia già un po’ di tempo che getti il sasso nello stagno
sul comportamento dei cubani ed esprimi una crescente diffidenza. Apri un argomento molto complesso a cui non è facile rispondere brevemente, ma provo a dire la mia. Ti premetto che non ho nessuna storia cubana, ci sono stato molte volte, conosco abbastanza bene il posto ed i comportamenti e non appartengo a quella folta schiera di persone che viaggiano (o vanno a Cuba) solo per il sesso, anche se mi piace molto divertirmi:yo: . Cerco di sintetizzare e lasciare spazio ad altre opinioni.
- Il primo pensiero che ho è che a Cuba non esiste nessuno che sia libero dal bisogno, quindi tutti in qualche misura debbono inventarsi qualche cosa per tirare a campare. Con la conseguenza che i turisti sono considerati un’ottima risorsa. Del resto di altro c’è ben poco. Poi con il dollaro che di fatto ha soppiantato completamente il peso cubano… E su questi argomenti potremmo proseguire moltissimo anche abbracciando problematiche di tipo politico e sociale
.
- Non mi piace chi viaggia solo per il sesso. Sia tra gli uomini che tra le donne (fenomeno quest’ultimo in notevole crescita ad es. in Jamaica, Tunisia etc). Non solo a Cuba, esiste questo fenomeno (solo i primi che mi vengono in mente Thailandia, Santo Domingo, Laos, Vietnam, Brasile …), e, guarda caso, sono tutti posti dove generalmente la gente è in certa misura bisognosa. Quindi con chi me la prendo di più, con chi ha bisogno e cerca di superare le sue difficoltà o con quel turista che, con i suoi soldi e la sua arroganza, preso da deliri di onnipotenza, pensa di poter comprare tutto, anche le persone?
- Non voglio dare dei facili alibi alle popolazioni locali su alcuni comportamenti che sono già stati descritti. Non sono condivisibili la prese in giro, la considerazione del turista come allocco. Ma ho l’impressione che, specialmente a Cuba, sono molto capaci a dare al turista ciò che vorrebbe avere. E’ un po’ come la legge della domanda e dell’offerta. Il turista che vuole? Questo . Noi glielo diamo!
E poi, diciamocelo, il turista a Cuba non è solo un pollo da spennare, ma è anche l’opportunità per cambiar vita completamente. Per trovare la sistemazione con un bel matrimonio (con questo non voglio generalizzare, ci sono moltissimi casi di matrimoni felici e di vero amore), ma non credo all’amore di una bella cubana con il commendatore di turno, magari cinquantenne o sessantenne, che con il suo appeal la fa perdutamente innamorare!
- Però, riflettiamoci su insieme, cosa chiedono le ragazze cubane (non le prostitute!) ai turisti di diverso delle altre donne occidentali? Di divertirsi. Di portarle a cena, in discoteca, in qualche gita… non ti chiedono chi sei, che macchina hai, quanto guadagni! Cose frequenti nel nostro mondo. A loro vai bene così, perché così sei comunque in grado di soddisfare i loro bisogni. Pensiamo che nel nostro mondo sia più facile avere dei rapporti umani ? E che tutti siano senza scopi ulteriori e all’insegna della sincerità? Io non credo. Qui l’apparire e l’avere sono elementi fondamentali per essere. Lì essere turista è elemento fondamentale per avere (ma anche per dare).
- Poi, ammettiamolo, i Cubani hanno una grazia unica, quella di saperti regalare delle grandi illusioni:8: . Il turista, magari un tipo un pò sfigato/a nel suo paese, o tardo cinquantino/a, o anche una persona assolutamente normale, che arriva lì e ha la sensazione di essere al centro del mondo; che si sente importante; che ritrova (o scopre) sensazioni ormai racchiuse nella memoria più remota (o mai vissute), come vuoi che si senta, se non rapito, da tutto quello? Poi però dovrà dare il “tantundem” (non il corrispettivo della prestazione ma il regalo per il sogno vissuto). E sarà un’illusione che resterà nella sua memoria. A volte anche terapeutica
…
- Il turista non è un missionario. Nell’accezione più ampia del termine la sua missione è solo quella di portare valuta pregiata ai posti dove si reca (è un po’ cinica come visione
), in cambio vuole stare bene. Per cui non sono del tutto convinto che sia necessario portare beni da consegnare sul luogo a chi ne ha necessità (per poi scoprire che se li sono rivenduti). Tanto vale che regalo loro dei soldi (a chi si ritiene e quando si vuole). Almeno resto nella consapevolezza di aver fatto qualcosa di utile, senza stare a recriminare sulla serenità d’animo di chi riceve i doni.
- Sono convinto che l’amicizia, l’amore siano sentimenti che non si addicano ai turisti con le genti locali (fatte le dovute eccezioni). Si possono fare conoscenze, si possono avere storie, passioni, infatuazioni, ma tutte queste sono cose diverse dall’amicizia e dall’amore. Per arrivarci è necessario coltivarle. Inoltre non sono per niente convinto che il turista che va a Cuba (o anche in altri posti), sia sincero. In genere si riscontra una grande falsità. Moltissimi cercano sempre di apparire, mostrarsi, diversi da quelli che realmente sono
. O è solo una mia impressione?
Io personalmente sono sempre me stesso, con tutti i miei difetti e qualche pregio, con la mia personalità ed i miei modi. Certamente sono più spensierato e più propenso al divertimento (è anche per quello che si viaggia!), ma non perché sono in un altro Paese mi “trasformo” in un’altra persona:20: .
Poi mi piace conoscere gente, vivere i posti, scoprire, ma, per mia abitudine, tutto resta limitato a quel breve periodo. Se anche torno nello stesso posto non vado alla ricerca di quelle persone o esperienze già viste e vissute. Cerco sempre cose, esperienze, conoscenze nuove. Ogni esperienza, ricordo, resta, così, nella sua unicità.
Infine, credo che le delusioni siano direttamente proporzionali alle aspettative e comunque, resto della convinzione che il popolo cubano, con i suoi limiti ed i suoi difetti, riesca ad esprimere un calore umano ed una semplicità che è difficile trovare in altri luoghi
. Alla prossima
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