Mi cimento pure io coi racconti legati a Steel&steam.. con il mio primo racconto, ambientato mooolto lontano dalla guerra, o forse no? :D
1.
Se vi fermaste un attimo a guardarvi attorno, nel bel mezzo del caos del mercato, delle urla, dei prezzi lanciati come frecce contro gli avversari, potreste notare, in un angolo, un ragazzo che guarda il cielo.
In questa città, come in tutte quelle della Lega delle città Libere, quel ragazzo é sconosciuto, se non a pochissime persone: é Micael, il più grande artista di tutto il mondo, da Krov al Karjan.
Gli esperti parlano di questo ragazzo di ventitré anni, minuto, spettinato, con la barba sempre incolta, lo sguardo sognante, di come sia, dicevo, il più grande artista del mondo. Se siete abbastanza ricchi da viaggiare nelle città della Lega, o anche oltre, fino a Krov, troverete a far compagnia allo Zar stesso e ai suoi generali, mentre discutono delle tattiche delle battaglie, mentre mandano a morire migliaia di uomini contro un nemico senza pietà ne onore, Geshet.. ebbene, attorno a tutti quei generali, lo zar, le più alte cariche della più grande nazione del mondo, vi sono i suoi dipinti.
I dipinti di Micael, intendo, di mio fratello.
Io sono Helios, un nome che negli antichi miti del vecchio impero di Walesmatch indica "capacità".. a volte penso che i nostri genitori sapevano quale sarebbe stata la nostra vita: Micael perso nel suo mondo, alla ricerca, o meglio, inseguito dalle sue ispirazioni, ed io, Helios, il maggiore, a vegliare su di lui.
Siamo così diversi, anche nell'aspetto.. lui sempre trasandato, mentre io vesto, modestamente, con splendido gusto, con lunghi drappi di seta a proteggermi dal caldo asfissiante di questa città maleodorante, e dalla folla.
Perché sono vestito così, vi chiedete?
Micael é ricco, intendo dire, MOLTO ricco e abitando nella Lega, é un dovere quello di mostrare la propria ricchezza, ovvero il proprio potere, a meno che, ovviamente, non siate seguaci degli Illuminati, quel branco di folli che stanno chiusi un monasteri bui, antiche fortezze, sputando nello stesso piatto dal quale mangiano.. e rifiutando tutti i piaceri della vita terrena! Folli! Per fortuna la Lega é un paese civile, e simili, "pazzoidi" non sono visti di buon occhio.. tutta colpa della mentalità della Repubblica dell'Ovest, vi dico, gente strana, che predica la libertà, ed elegge i propri rappresentanti.
Come dite? Vi sembra giusto? Non comprendete un fatto, forse, o non ne siete a conoscenza.. nella "repubblica" votano TUTTI!! Tutti vi dico! E' inaudito.. come può uno zoticone come un contadino sapere cosa é meglio per il governo della sua città?? Solo chi ha i soldi.. i soldi vi dico.. é questo che conta nella Lega.
Ma sto divagando.
Ogni volta che guardo mio fratello Micael, divago.. penso alla nostra situazione e, ad altre cose, cose di cui non é bene parlare.
"Micael!", gli urlo, stizzito.
Lui, come sempre, non si volta dalla mi parte.. io cerco di capire quello che ha attirato la sua attenzione, per l'ennesima volta, mentre ordino a due dei Centomila (soldati fidatissimi, costati una fortuna.. ma a ragione) di scortarmi fino da lui.
Strane persone, questi due: guardie del corpo, servitori, guerrieri temibili.. ma taciturni, restii a parlare del loro passato, inflessibili su due punti. Fedeltà al padrone ed Onore ai Centomila. Sorrido. Vedo le persone che si scansano, al loro passaggio.. ora sanno che sono importante, e guardano le mie vesti: perfetto.
Mi nutro della loro invidia, al mio passaggio, ed alzo il mento, un pò per mostrare la mia pesante collana d'oro massiccio, le pietre preziose, il fine ricamo della veste, ed un pò per osservare Micael.
Sta guardando, dicevo, una statua.. una semplice, stupida statua, che raffigura chissà quale antico governante della città.
"Micael! Dannazione, non devi andare in giro da solo.. mi hai fatto prendere un colpo!", gli dico, preoccupato veramente.
Silenzio.
"Micael!"
Ancora silenzio.
Sento i ridolini del popolino attorno a me.
Mi piazzo davanti a lui, e subito si desta, e mi guarda diritto in volto:
"Helios.. fratello mio.. che c'è?"
Sprecare parole con lui? Inutile. Lo prendo per un braccio, disgustato dal fetore che emana, dopo aver passato così tanto tempo in mezzo a degli spiantati senza un soldo.. un peggiore mercato non poteva trovarlo, il mio dolce fratellino?
Lo trascino, letteralmente, alla nostra carrozza, per farci portare via da qui, ed una volta che siamo dentro, da soli, lo osservo meglio: indossa ancora quegli stupidi vestiti da lavoro, sporchi, colorati delle tinture che usa e logori.
Non sta guardando me, ma ancora una volta guarda la statua, finché non siamo lontani.. poi inizia ad osservare la folla attorno a noi, nelle strade, finché non siamo al sicuro nella nostra villa, sulla collina.
"Micael, mi devi ascoltare! E' pericoloso per te vagare per la città senza nessuno che ti protegga.. ti potrebbero fare del male.. mi stai a sentire?"
Si volta verso di me, all'improvviso, e mi guarda diritto negli occhi e dice:
"Per me? Dici così fratello.. ma ti sei visto ad uno specchio? Addobbato così é un pericolo per te andare in città, e lo sai bene, visto che loro due sono venuti con te.. Per me? Per me non c'è pericolo, io non faccio nulla di male. Osservo, parlo con la gente, e mi guardo attorno.. che vuoi che mi succeda?"
Non capirà mai, mi dico: "Tu non capisci.. la situazione in città é tesa: la leva obbligatoria per i pezzenti non é stata tolta, e chi non fa parte dell'esercito della Lega, ed é stato spedito contro Geshet ad est, ora fa il ladro nelle campagne, e anche in città. Ti potrebbero tagliare la gola, solamente per avere qualche moneta.."
"Da me? Ma io non ho un soldo, e poi i soldi non mi interessano per nulla.. al contrario di te!"
Sono poche le volte che esterna così i suoi sentimenti, il mio caro fratellino, ma lo conosco: perché dovrei alterarmi per un discorso che so già come andrà a finire? Infatti, continua dicendomi:
"A te interessano solo i soldi che guadagni grazie a me! E' da quando avevo tredici anni, da quando ho dipinto per lo Zar, che non abbiamo una casa, che vaghiamo sempre per tutto il continente. Se Geshet non ci rendesse schiavi nel suo esercito di morti, mi porteresti da lui, pur di guadagnare qualche soldo il più!"
"Sai, avevo intenzione di contattare proprio Geshet…", dico scherzosamente..
"Non sto scherzando, Helios.. io chi sono per te? Il grande artista Micael, il genio, colui che guadagna più di ogni altro in questa città, oppure sono tuo fratello?"
"Lo sai benissimo cosa sei.. sei mio fratello. Ed é per questo che mi preoccupo per te, come ho sempre fatto, IO"
Ecco, vedo ancora una volta che ho colpito nel segno: sta diventando troppo facile rimetterlo nel recinto nel quale deve stare.. ancora pochi istanti e si scuserà con me, il "genio"
"Scusa, Helios.. io non so cosa mi é preso, ma ultimamente non ne posso più. Non abbiamo una casa, vaghiamo di città in città.. quando finirà tutto questo?"
Come al solito, gli do la risposta migliore, anche se é quella falsa:
"Vedrai fratello, un giorno finirà.. dobbiamo solo fare qualche altro viaggio, e avremo tutto il denaro di cui abbiamo bisogno, per vivere come signori e non doverci preoccupare più di nulla.. allora si che saremo liberi!"
Sembra dubbioso, ma il mio sorriso.
Scendiamo dalla carrozza, anche questa é fatta.
2.
Non so perché mi é venuto in mente questo episodio, intendo del mercato, della discussione con Micael e di tutto il resto.. in fondo é oramai notte, e sono passati alcuni mesi, siamo in un altra città della Lega, per soddisfare una commissione dell'uomo più ricco della città... per un prezzo ragionevole, ovviamente.
Fa freddo.. anche se é notte. E' molto strano, che succeda, in piena estate, da queste parti: di solito c'è un caldo asfissiante, un umidità pazzesca.. eppure...
Mi alzo, assonnato dal mio letto, ed indosso la vestaglia di seta, di cui non riesco più a fare a meno, ed osservo l'ultimo mio acquisto: due splendide schiave dalla pelle color oro e dai capelli scurissimi, che dormono, dopo aver assolto al loro dovere. Sono splendide, sanno leggere e scrivere, fare i lavori di casa, e sopratutto, oltre ad essere delle perfette donne nel letto, mi sono costate un inezia.. coi soldi che guadagneremo con questo lavoro di Micael, mi potrò permettere cento di queste ragazze.. e forse lo potrei proprio fare..
Sorrido, soddisfatto, e scendo, in cucina, alla ricerca di qualcosa da bere: la casa é silenziosa, nella notte, e solo la luna illumina il cielo: avrò dormito, quanto.. due ore? Quattro? Quelle due ci sanno veramente fare, dannazione, dopo tornerò su, ne sveglierò una con un bacio, e l'altra la legherò al letto, mentre..
"Tunk"
Me ne accorgo subito, ovviamente.. non sarò un soldato, ma un rumore del genere lo posso sentire pure io. Cos'è questa strana atmosfera attorno a me? A pensarci, i due dei Centomila, dove sono finiti? Gli avevo ordinato di non allontanarsi dalla casa per nessun motivo..
"Tunk"
Proviene da sotto, dal sotterraneo della casa, dove Micael ha stabilito il suo studio: improvvisamente mi calmo, pensando che quel genio di mio fratello sarà giù a lavorare.. ma a quest'ora? Dannazione, avrebbe dovuto prendersi una di quelle due ragazze.. ne ho prese due apposta, anche per lui, per fargli gustare i piaceri che i soldi possono comprare, ed invece no! Sempre li a pensare al suo lavoro! E' questo che voglio da lui, ma dannazione é mio fratello.. e non deve lavorare come uno schiavo!
Mi decido a scendere le scale, prendendo con me una lampada ad olio: sono proprio curioso di vedere quello che sta combinando, il mio fratellino..
Le scale non sono molto ripide, ma é facile cadere, se non si presta attenzione, tutta colpa dei precedenti proprietari, che non hanno speso abbastanza per questa casa, mi dico..
Penso siano state le scale, che mi hanno salvato.. che mi hanno protetto: non sarei qui a raccontare tutto questo, se non avessi sollevato lo sguardo dalle scale fino all'ultimo istante.
Mio fratello era, ovviamente, al lavoro. Questa volta lavorava una scultura, con maestria ed abilità, abbattendo con colpi rapidi e decisi il marmo bianchissimo che proviene dal nord, e togliendo "il troppo", come direbbe lui, alla pietra, facendo emergere la sua figura.
Ringrazio le scale, certo, e la sua lentezza nel lavorare.. sempre alla ricerca della perfezione del minimo dettaglio, altrimenti, cosa ne sarebbe della mia mente?
Quella figura alta, spigliata, ne carne, ne metallo, ne vivo, ne morto completamente, un mostro senza nome, con un orribile, insondabile ed inafferrabile volto inumano, completamente curvo ed inespressivo.. quel mostro era lì.
E mio fratello era lì, attorno a quella statua, a modellarla, perso nella sua visione, perso.. oltre ogni umana comprensione, a dare forma alle paure più grandi.. che fosse uno dei mostri che tormentano l’umanità, o la semplice raffigurazione di quello che si cela dentro ognuno di noi, il nostro tormento, il peso di un mondo che ha visto così tanta sofferenza da non riuscire più a sopportarla?
Sono scivolato, all'indietro, penso, lasciando cadere la lampada che avevo nella mano destra: penso sia da lì che é iniziato l'incendio.. tutto il materiale di lavoro di Micael ha preso subito fuoco, e lui.. lui si é "svegliato" dal suo sonno dell'artista ed ha guardato la sua opera, e poi me.. e si é reso conto dell'enormità del suo atto, della totale malvagità disegnata nei lineamenti della statua, e di quel volto senza nome, ma a cui ogni uomo, donna o bambino del continente poteva dare un nome se lo voleva…
3.
Mi sono svegliato più tardi.. lontano, su un carro: potevo ancora vedere il fumo che si alzava dalla casa, e pensare a tutto quello che avevo perso, quel giorno, a dei grandi investimenti, andati in fumo, le due ragazze ed i Centomila, intendo...
E mio fratello era lì, alla guida di uno schifoso carro di campagna, con me buttato dietro come un sacco, in mezzo alla paglia sporca.
Ho ancora davanti a me lo sguardo di mio fratello, ed ho ancora una volta, il terribile, insondabile terrore, che la guerra sia più vicina, che i mostri non siano così lontano come speravo nel mio cuore, e che, ancora una volta ho visto quel volto, il volto di una statua senza nome, ma in cui riconosco qualcuno… e per alcuni istanti, nello sguardo di Micael, mio fratello, rivedo, il terribile sonno dell’artista, che lo tormenta sempre, ogni notte.