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Quale futuro?

Ultimo Aggiornamento: 30/12/2001 18:09
24/12/2001 00:44
 
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Bull
[Non Registrato]
O.K...Un quesito per l'anno venturo:
Meglio l'infermiere"specializzato",o meglio l'infermiere"tuttofare"?Chi o cosa desiderereste essere o divenire???Chi o cosa è/sarà meglio essere???
...Benvenga chi decide di aprire le"ostilità"!

Ciao!-voster-Bull
24/12/2001 11:41
 
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Namir
[Non Registrato]
Primo: e' meglio" Essere infermieri" preparati e consapevoli delle nostre potenzialita.

Secondo: e' meglio spingersi verso una specializzazione per poter acquisire maggiormente la competenza in un dato settore verso il quale ci sentiamo predisposti.

Caro Bull...che dici?
A presto Namir
24/12/2001 18:33
 
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Corrado
[Non Registrato]
Sotto l'albero c'è la mia letterina a Babbo Natale[SM=g27789] in cui chiedo di poter divenire un Infermiere Case Manager.
Per chi conosce cosa significhi credo che sia una prospettiva allettante nel panorama infermieristico futuro.
Ci sono già delle realtà che utilizzano questa figura ( Vedi Emilia Romagna) e che possano dare una risposta di efficienza, efficacia e qualità nell'assistenza infermieristica.
Corrado
24/12/2001 18:37
 
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Corrado
[Non Registrato]
Caro Bull potrebbe essere il tema per una giornata di studio.
Perchè non ti prendi l'onere e gli onori di provare ad organizzarlo?
27/12/2001 14:52
 
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Post: 9
Registrato il: 20/12/2001
Utente Junior
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ma sai che è un'ottima idea perchè non espandi ed esponi meglio il concetto anche qui?
ciao
Naima[SM=g27801]
27/12/2001 23:59
 
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Bull
[Non Registrato]
Considerata la mia bestiale ignoranza,per ora mi accontenterei di sapere bene chi è l'infermiere"Case Manager"...(!)
Ciao!Per il proseguo,a dopo!-Bull
28/12/2001 11:07
 
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Corrado
[Non Registrato]
ahhhh mi inviti a nozze.
Ma sei pronto per il sermone?
Se la tua risposta sarà positiva sarò felicissimo di risponderti.
Corrado
29/12/2001 17:22
 
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Bull
[Non Registrato]
Effettivamente il post iniziale si presta a troppe letture...allora provo a fornirne una:
quando mi trovo a riflettere con qualche collega,capita che ci si trovi sulle seguenti posizioni:
1)-Io preferisco cambiare settore lavoretivo minimo ogni due-tre anni,così mi arricchisco professionalmente ed umanamente...
2)-Io preferisco muovermi all'interno del mio ambito aggiornandomi e"specializzandomi",così mi arricchisco professionalmente e "prendo una direzione"
3)-Io penso proprio che non farò l'infermiere per sempre:ho altri obbiettivi!
4)-Io non vedo l'ora di iniziare il"master in..."o di"laurearmi in":la nostra è una figura che si sta evolvendo rapidamente...chi si ferma è perduto!
5)-Io,per fortuna,fra tot. anni sono fuori dalle scatole...meno male,perchè qui sta venendo fuori un gran casino!
6)-...diamine...ma adesso per prendere il diploma,ci si iscrive all'universita'?!?!?!
Visioni un tantino divergenti,vero?Namir mi ha già fornito la sua,Corrado mi fa spendere 41000 lire per leggermi la propria [SM=g27796]
...e voialtri...cosa mi dite...?
Attendo e vi saluto!-Bull
30/12/2001 00:07
 
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Corrado
[Non Registrato]
Di versioni divergenti se allarghi ancora i contatti potrai trovarne di ulteriori.
La mia versione TEORICA molto TEORICA ha trovato applicazione solo in Emilia Romagna come riportato nel libro che ti ho consigliato

Qualche chiarimento?

Case manager

Il termine Case Manager comincia a comparire nella letteratura infermieristica americana alla metà degli anni Ottanta per indicare un processo di erogazione di prestazioni sanitarie avente l’obiettivo di garantire un ‘assistenza di qualità elevata, ridurne la frammentazione, migliorare la qualità della vita dei clienti e contenere i costi.
L’infermiere professionale case manager “ha la responsabilità di provvedere all’accertamento nei confronti del paziente e dei suoi familiari, stabilire la diagnosi infermieristica, sviluppare il piano di assistenza infermieristica, delegare l’assistenza a colleghi, attivare gli interventi, coordinare e collaborare con il gruppo interdisciplinare e valutare i risultati.”
Per quanto riguarda l’ospedale, queste attività hanno inizio prima del ricovero e si prolungano per almeno due settimane dopo la dimissione; nella comunità (domicilio, ambulatorio, altri presidi) durano finché è necessario.
L’infermiere case manager, che opera spesso per conto di enti ad attività assicurativa ( USA )che erogano pacchetti di prestazioni prepagate, può seguire contemporaneamente qualche decina di persone, alcune in ospedale, altre nella comunità, altre ancora da contattare per telefono una volta al mese per una valutazione continua dei risultati.
L’impegno iniziale di tale professionista consiste tipicamente nello stabilire una relazione con il cliente e i familiari allo scopo di raccogliere dati anamnestici, analizzare i motivi del ricovero, le attuali condizioni fisico-psicologico-spirituali e la disponibilità di risorse e di supporto sociale.
Sulla base di questi dati il case manager, unitamente al cliente e alla famiglia, al medico e all’infermiere primario, identifica i problemi attuali e potenziali, stabilisce un piano di interventi infermieristici durante la degenza e formula un piano di dimissione. Collabora inoltre con l’équipe interdisciplinare per agevolare l’ottenimento dei risultati concordati.
Nel contesto dei servizi di comunità continua a valutare lo stato del cliente e dei familiari e suggerisce o promuove gli interventi necessari. Oltre alle attività di pianificatore, valutatore e collaboratore con le altre professioni sociosanitarie coinvolte, egli svolge quelle di educatore e consulente.
30/12/2001 00:20
 
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Bull
[Non Registrato]
Fantastico!
Nutro però qualche perplessità sull'accettazione di tale figura nell'ambito del nostro mondo infermieristico...ci sarà un bel "daffare"...a prendere a craniate i muri...!
-Bull
30/12/2001 00:39
 
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Corrado
[Non Registrato]
Non è sull'accettazione di tale figura ma sul cambio di mentalità organizzativa.
Un passaggio graduale potrebbe essere inserendo il primary nursing o il team nursing
E' cioè aver la responsabilità da parte di un infermiere o di un gruppo di infermieri di un numero limitato di pazienti e averne la responsabiltà dal suo ingresso in reparto fino alla sua dimissione.
Un cambio anche nel tipo di lavoro , non più frammentato ma un continium
Non più l'infermiere che fa la terapia e solo quella, il giro letti, la visita, il vitto, etc etc.
Ma la piena responsabilità della SALUTE del paziente che ti viene affidato anche nell'ambito psicosociale.
In fondo è l'OLISMO che ci insegnano nei percorsi base.
Sostenere la specializzazione vuol dire snaturare un pò il nostro mandato e renderlo più tecnico e settoriale.
Comunque lo so parto con il piede sbagliato e sarebbe meglio non perderci molte energie in quanto se non sostenuto con forza e vigore il risultato finale sarà un nulla di fatto.
I muri da valicare sono diversi e non solo al nostro interno purtroppo.
Co
30/12/2001 11:19
 
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Corrado
[Non Registrato]
Un'altro muro da superare è quello spostare il sapere nozionistico e il saper fare e interagire dal singolo al gruppo/organizzazione.
Lavorare in team vuol dire acquisire capacità personali nella comunicazione di gruppo .
E' indubbio che permangono percorsi formativi a carattere clinico ma sono necessari sempre più percorsi formativi manageriali e pedagogici.
Potrai notare queste difficoltà anche all'interno di un Forum o di un gruppo quando ci si propone di lavorare per un progetto con scopo comune.
Da dove iniziare, come lavorare, quali strumenti utilizzare etc etc.
Questo potrebbe essere un buon argomento od attività per questa piccola comunità virtuale ma ho forti dubbi che possa interessare.
Corrado
30/12/2001 16:56
 
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Namir
[Non Registrato]
La figura dell'infermiere case manager e' una grossa novita' per me; novita' grossa e anche molto interessante. Cerchero' di documentarmi anche se devo dire che dalla tua presentazione, Corrado, qualcosa ora mi e' piu' chiaro.
Una figura infermieristica che, partendo dai bisogni del cliente, riesce a coordinare un gruppo di persone aventi come unico obiettivo la risoluzione delle sue problematiche dal momento in cui essse si presentano.
Naturalmente questa figura deve avere conoscenze approfondite sulle dinamiche relazionali, sulla gestione dei conflitti e capacita' spiccate di comunicazione. O sbaglio?
Come tu giustamente fai notare sono necessari, a riguardo, percorsi formativi manageriali e pedagogici.
Penso, ma correggimi se sbaglio, percorsi di studio come il tuo siano piu' indicati, per le competenze manageriali ed educative che sicuramente stai acquisendo.
Esistono altre possibilita', altri percorsi per avvicinarsi a questo tipo di figura?

Scusami, Corrado, se non sono stata molto chiara; ci terrei veramente ad approfondire questo argomento...comincero' col comprarmi il testo...(prima che me lo dica tu!).

A presto Namir
30/12/2001 18:09
 
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Corrado
[Non Registrato]
Se acquisterai il libro devi essere molto critica in quanto la figura è calata nella realtà americiana e non ha un'equivalente ancora nella realtà europea.
Sentirai parlare di pacchetti assistenziali e di rapporti con le assicurazioni.
La figura infermieristica dell' Infermiere Case Manager ha un peso notevole nella realtà americana ma avrebbe grosse difficoltà ad inserirla pari pari nelle nostre realtà.
Il primary nursing è già più abbordabile ma vanno apportate notevoli modifiche all'organizzazione nelle unità operative almeno dal punto di vista dell'assitenza e della responsabilità.
Il problema è.....ma siamo pronti a questo salto.
Mah, boh, non so.
Sicuramente la formazione andrebbe arricchita e allo stesso tempo modificato il percorso del tirocinio.
Insomma concetti come Case o Cure Manager, primary nursing, o team nursing sono nuovi e tutti da approfondire ma sono l'espressione di autonomia, responsabilità e quant'altro che stiamo continuando a cercare.
Poi c'è da approfondire il discorso dei profili assistenziali e del lavoro in gruppo che viste le resistenze per le innovazioni circa i protocolli e le procedure o per la cartella infermieristica saranno argomento di duro scontro tra le nuove e le vecchie generazioni.
Co
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