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L'orrore e la ragione

Ultimo Aggiornamento: 16/04/2004 09:22
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Il messaggio degli assassini

Piu' volte Al Jazira ha mostrato in video il testo in arabo del comunicato con il ''messaggio al popolo italiano'' che i sequestratori hanno inviato insieme con il video dell' esecuzione dell'ostaggio.
''Se il vostro primo ministro dice che il ritiro delle forze italiane dall' Iraq e' fuori discussione - e' scritto nel testo - considerato che questo ritiro e' legato alla vita di quattro dei vostri osservatori, cio' significa che egli non e' interessato alla salute degli ostaggi, ma a compiacere i suoi padroni della Casa Bianca. Ed ecco, il primo ostaggio e' stato giustiziato, e gli altri avranno il loro turno, uno per uno''.
Il testo e' firmato dal ''Gruppo della Falange Verde. Le Falangi di Maometto, profeta di Dio''.
(Ansa)

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Scusate se ancora una volta non mi soffermo sull'orrore e sulle altre emozioni terribili che suscita la perdita di una vita umana e per di più in un modo tragico e assurdo come questo.

Ho già scritto, qui e altrove, che la guerra all'Iraq è stato un episodio inutile e dannoso, il peggior errore commesso da un'Amministrazione degli U.S.A. d'ogni tempo; la guerra andava evitata e per quanto ci riguarda come Italiani la migliore posizione possibile sarebbe stata quella di restarne fuori, sia nella prima fase, quella dei bombardamenti e dell'invasione con il nostro "appoggio non belligerante", sia nella fase attuale. Specificato questo, torno a ripetere, a questo punto tirarsi indietro e ritirare le truppe prima di una nuova risoluzione dell'O.N.U. (che non dovrebbe tardare oltre) sarebbe solo aggiungere un errore agli errori sin qui commessi.
Ma al di là di questo, accettare il ricatto dei terroristi è in ogni caso impossibile, in qualunque situazione. Si creerebbe tra l'altro un precedente insostenibile, per cui ogni Paese in linea teorica potrebbe domani veder minacciata la propria integrità territoriale e nazionale, le proprie Istituzioni, e addirittura la propria stessa indipendenza dal ricatto odioso di un manipolo di criminali. Il ricatto è e deve rimanere formalmente e concretamente fuori da ogni regola, quindi inaccettabile, improduttivo e impraticabile. L'unica azione possibile del nostro Governo (in raccordo con alleati stabili ed "occasionali") è quella di cercare con ogni mezzo il modo per liberare gli ostaggi e neutralizzare in via definitiva la banda criminale che ha messo in atto il delitto. Se può sussistere uno spiraglio per un'eventuale trattativa esso risiede esclusivamente nel terreno della diplomazia non ufficiale ed umanitaria, attraverso contatti ed azioni informali e "sotterranee" come quelle che potrebbe (e probabilmente ha già iniziato a) svolgere la Santa Sede; anche su questa strada peraltro non è il caso di farsi molte illusioni, vista e considerata la particolare identità della banda di terroristi, del tutto irregolare ed estranea ad ogni canone, procedura e precedente; ciò si evince dalla loro reazione indifferente nei confronti dei chiari segnali giunti da alte autorità dell'Islam sciita dell'Iran, che li invitavano senza mezzi termini a liberare gli ostaggi e a sciogliersi, abbandonando questa tipo di azioni, richiami che se letti "dal di dentro", cioè nel contesto del "mondo" e del momento in cui avvengono, tenendo conto della stessa autorevolezza dei richiamanti, valgono a significare una precisa sconfessione dei richiamati, al livello di un vero e proprio "anatema" traducibile nella frase: "voi agite fuori e contro gli insegnamenti del Corano", quindi fuori dall'Islam; l'indifferenza dei sedicenti "falangisti di Maometto" dimostra l'incontrollabilità, la totale sregolatezza e l'evidente status di "cani sciolti" di questo gruppo di terroristi, e purtroppo ne aumenta la pericolosità in questo frangente, ma dà anche la misura del loro isolamento e della possibilità che tale isolamento diventi ufficiale e permanente, per cui è quanto mai necessaria un'intensificazione del lavoro diplomatico con i Paesi a guida islamica più o meno moderata.

Una cosa mi auguro: che dal movimento pacifista (mi riferisco ovviamente ai settori politicamente più estremi) non esca una sola posizione di giustificazione o di approvazione anche sfumata riguardo la frase contenuta del messaggio dei terroristi: "se il vostro primo ministro dice che il ritiro delle forze italiane dall' Iraq è fuori discussione considerato che questo ritiro è legato alla vita di quattro dei vostri osservatori, ciò significa che egli non è interessato alla salute degli ostaggi". I terroristi sperano proprio di creare fratture e lucrare qualche forma di credibilità e legittimazione giocando ed appoggiandosi sulle forti contrapposizioni politiche interne. Sia chiaro invece che l'unica responsabilità del crimine perpetrato ricade interamente su chi lo commette, che non ha alcuna giustificazione a cui aggrapparsi. Chi nel panorama politico italiano dichiarasse in questo momento di ritenere il governo o il suo leader corresponsabile di questo tragico evento fornirebbe ai terroristi una patente di "patrioti" e "resistenti" che non meritano e semplicemente non hanno, possedendo essi un solo titolo: quello di criminali e assassini!


15/04/2004 11:28
 
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Sottoscrivo ogni tua parola, Silvano, con rabbia e commozione.



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Questo sì che è ragionare!

stellamorente
16/04/2004 02:39
 
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Io mi auguro che lo sdegno che sento crescere tra la popolazione, è evidente che parlo esclusivamente del mio paesotto di 10mila abitanti, crescano a dismisura.
Che abbiamo tutti il coraggio di ribellarci ai soprusi e alle sferzanti occhiate che i troppi arabi ci lanciano.
Ovunque si vada siamo circondati, se un anziano deve passare sul marciapiede nessuno di loro lascia il posto, anzi l'italiano quasi deve scusarsi per aver osato immaginare di poter passare; così tra uno sputo (per ora in terra) e un ghigno il vecchio (non solo) deve immettersi sulla strada sperando che, qualche bus o auto, si accorga di lui.
Questo è solo uno dei molti esempi che potrei proporre.

Siamo stanchi di loro; sporchi, strafottenti, altro che guerra del petrolio, lentamente si stanno appropriando della nostra Patria ed occorre correre (scusate il bisticcio) ai ripari.
Allora per i nostri ostaggi via gli arabi dal mio paese, dove i miei nonni, zii e parenti vari hanno combattuto per la libertà.
Che me lo lascino "pulito", pacioso e sonnolento; che mi lascino il mio Don Primo, battagliero don Camillo, che in sella alla bici, con la tonaca al vento, scorazza tra le vie a trovare ammalati e a confortare chi soffre.
Ribadisco: non voglio che la cultura (sigh!) musulmana subentri alla mia.


Anche questo gruppo ha una guida spirituale: è l'imam Mohammed Al Fazazi, 56 anni, in carcere da maggio per gli attentati di Casablanca. Fra il 1998 e il 2001 questo fanatico predicatore ha infiammato gli animi dei fedeli del venerdì nelle moschee di mezza Europa, inclusa quella milanese di viale Jenner, al numero 50. In un dossier della polizia federale tedesca l'imam è addirittura indicato come «il padre spirituale della cellula di Amburgo», quella che ha dato vita alle stragi dell'11 settembre.
«Morte ai cristiani e agli ebrei» urlava il marocchino nella moschea Al Quds del porto tedesco, frequentata dai finti piloti di Al Qaeda.
ABU BAKAR BASHIR: ATTENTATI COME CONSEGUENZA
Secondo il predicatore indonesiano, il terrorismo in Spagna è la vendetta di Allah contro gli empi occidentali



ARRESTATO UN ALGERINO A SAN SEBASTIAN
A gennaio aveva detto alla polizia: "Vedrete. Uccideremo tantissimi madrileni, riempiremo di morti le strade della Castellana"


mi fermo qui.

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Mi succede ogni tanto di avere voglia di ringraziare Dio per avermi dato la grazia di vivere in un luogo così fortunato. Leggo e ascolto infatti da più parti dell'Italia di provincia come è la mia dell'Alessandrino, (tralascio di parlare delle grandi città dove i problemi sono diversi) testimonianze invero inquietanti a proposito di luoghi (in genere del Varesotto, Brianza, Bresciano, Bergamasco, Mantovano, Lodigiano, Lariano) pressocché invasi dai Saraceni, cioè genti musulmane dei vari Paesi Arabi, Africani e Balcanici che avrebbero praticamente occupato paesi, città, marciapiedi, autobus, scuole, tutto; che passerebbero tutto il loro tempo a rubare e delinquere, sporcare case e strade, preparare attentati e "guerra santa"; che maltratterebbero i "bianchi" locali guardandoli con odio e disprezzo, non raramente insultandoli, restringendo e occupando ogni loro spazio e snocciolando loro in faccia senza alcun ritegno quelle strane e fastidiose litanie che sono le preghiere in arabo al Dio del Corano.

Perché mi considero fortunato? Perché di tutte queste immagini apocalittiche qui non ne vede nemmeno l'ombra. Non dico che qui non sono giunti né vi si sono stabiliti, fra gli altri, anche Arabi, Berberi, Africani, Albanesi, Curdi, Persiani, Pakistani, tutti comunque riconducibili al cosiddetto "mondo islamico". Anzi, statisticamente la mia provincia ne è piuttosto ricca, causa l'artigianato diffuso, la presenza di piccola e media industria, edilizia, agricoltura, ristorazione, e per la notevole espansione avuta negli ultimi due decenni nel settore del terziario qualificato (servizi alla persona, igiene ambientale) e della formazione professionale specialistica.
Ebbene, nonostante la massiccia presenza di extracomunitari, qui non si sono mai visti questi truci episodi descritti e raccontati altrove. Capita a volte il contrario: che un anziano guardi male un ragazzo di colore bofonchiando tra i denti e che dica ad una donna vestita alla maniera araba "togliti di lì, stracciona!" per prenderle il posto su una panchina del viale. Non sono mancati episodi di devianza, qualche ladro, un po' di spaccio, ma è interessante notare che chi preferisce queste scorciatoie anziché impegnarsi nel lavoro (per quanto in molti casi sottoretribuito e non garantito) regolarmente ha nei confronti dell'Islam lo stesso rapporto che hanno verso il Cattolicesimo certi Italiani (ladri, spacciatori, ma non solo: anche persone normalissime e oneste che semplicemente della religione se ne fregano). A seguito dell'immigrazione massiccia avenuta qui negli ultimi anni, in realtà si è verificata una sola ricaduta negativa sul piano sociale: l'aumento generalizzato degli affitti di case e appartamenti, che ha fatto leva sulle cifre scriteriate, e che non esito a definire criminali, richieste ad extracomunitari da ricchi speculatori, tutti bianchi, Italianissimi, a loro detta cattolici e in qualche caso persino "di sinistra" (se ancora ha un senso definire tale l'intruglio Ds-Margherita e adiacenze).



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