IL PARAVENTO E LE RIGHE

Ricordo del ricordo di un ricordo, un immancabile "classico" del 1997; Ade, Fiordi e Giancob, sarete persino stufi di leggerla, ma per qualcuno sarà pur sempre cosa nuova.


IL PARAVENTO E LE RIGHE

Disperso agli occhi nel tuo soliloquio
l'assenza ritrovata un po' tradita
da una leggera nuvola di fumo
che usciva dietro a questo paravento
dove restavo pensando all'indietro
gustavo un panorama circoscritto
di tetti di finestre di terrazzi
scritte sfuocate una scritta inquietante
pericolo col punto esclamativo
acetilene sul cartello giallo
fisso contro una porta di metallo
mentre pensavo leggendo all'indietro
leggevo tra le righe le tue righe
assaporando la tua lontananza
tessere su un mosaico di ricordi
volate via rimaste fuori posto
come frammenti di smemoratezza
su fogli bianchi righe tra le righe
ultime frasi lettera d'estate
tu adesso penso un faro nella notte
corti capelli neri occhi mare
piccoli seni luna bocca sale
piccola stanza monoposto notte
sete calore baci sangue amore
la vecchia ci osservava sospettosa
sporgendosi dall'angolo di un dubbio
tu il tuo succinto costumino scuro
io la camicia un Panama di paglia
tu con il sax ed un anello al dito
io barba lunga e un anello all'orecchio
che ti insegnavo quel che so del mare
ed imparavo tenerezze nuove
fra spalle e spille prima della notte
la meraviglia della cavalcata
per tutta la riviera di Ponente
i tuoi sorrisi sopra i miei rimorsi
e poi la notte inevitabilmente
e inevitabilmente le tue righe
tra notte e righe notte tra le righe.

Silvano, sì che la ricordo ed anche molto bene.
Ricordo l'emozione che provai la prima volta e quelle, nelle letture successive, di volta in volta più intense...

qui, come in tutte le tue opere, c'è la Poesia stupenda e profonda,densa di significato, che avvolge sempre in maniera nuova, prepotente e indomita...

Non mi pare di averla mai letta, l'avrei rammentata di certo.

Incredibile giocoliere di parole:


tu adesso penso un faro nella notte
corti capelli neri occhi mare
piccoli seni luna bocca sale
piccola stanza monoposto notte
sete calore baci sangue amore

qui c'è tutto, ci sta tutto l'incanto di una POESIA.

E la sonorità suadente se la si legge un po' veloce la senti, ti sale dentro come la marea, ti imbriglia e non si fa scordare.

Sinceramente credo che si sfuggita anche a me... (solito distratto...)
Hai fatto benissimo postarla perché è una delle tue splendide opere ed è un piacere leggerla.
Hanno ragione le due Fate che prima di me si sono espresse, io posso solo dire che mi ricorda tanto non il 1997, ma il mio 1967 ...

Ciao

Giancarlo cobite

infatti va letta tutta d'un fiato
ti pressa
ti stordisce
t'incanta





Lucia