Il Vate

IL VATE


Volle del sottoscritto il fatal fato
far dei pennuti, intesi come quei
che poetando vanno pel creato,
il primo ed unico de’ tempi miei.
Ed io al destin grato e riconoscente
con molti carmi esibii il talento
al volgo e a tutta l’altra bassa gente
che si sbigotte inanzi a tal portento.
Vuolsi tra volsci spersi e sparsi marsi
che in alma ed aura pia tu m’apparissi
tra il mio dinoccolato affaccendarsi
nel mezzo del cammin d’opra che ho scrissi
(notare la poetica licenza
per cui coi verbi fo ciò che m’aggrada)
acciò che a te voltassi confidenza
tal che inversion di marcia in autostrada:
non più vanto del pianto nel mio canto
ma lagrimar di querule emozioni,
recondido stillar d’un core affranto
da troppe toppe sovra i pantaloni,
poiché in te vidi il fulgido sorriso
di verginal purezza e di bontà
che solo al sesto ciel del paraviso
potè gustarne chi passò di là
(potendo, il cielo settimo citavo
per dare maggior peso alla figura,
ma ‘sì l’endecasillabo sfondavo
ché più d’undici sillabe non dura).
Rapito fui dalle tue chiome bionde
dal sol accese e dalla brezza mosse
e il dolce Piave e le sue amate sponde
e verdi gli occhi e gote le tue rosse
(sarebbe l’incontrario ma… pazienza:
necessità di rima è prevalente;
peraltro, ve lo dico in confidenza,
a ben pensarci il Piave c’entra niente).
E all’improvviso, come il fato volle,
apristi bocca e mi travolse in pieno,
a parte una zaffata di cipolle,
l’identità tua vera, senza meno:
allora fu che urlai: “sei tu Poesia!
Ed io son vate, musico poetante,
cantor del vero e dell’allegoria,
cugin d’Omero, genero di Dante!
Chi fu che fe’ di me quel che io fo?
Senza alcun dubbio tu, Musa lucente,
che d’un qualunque scriba, ora lo so,
facesti il sommo rimator scrivente!”
E tu senz’ali allor ti sollevasti,
su di me ti fermasti, assai vicino,
e con romor tonante lì svuotasti
sovra il mio cranio tutto l’intestino.
Ecco svelato infine il tristo arcano,
l’equivoco per cui, oh santa mater,
infine il fato è più truce che strano:
credetti d’esser vate, ed ero water.

Fortissima !!!!

Ci voleva un pò di pepesalepeperoncino!!!


Grazie amico


Giancarlo cobite

Sono certo che da lassù rileggerai questa tua e ti allieterai con noi.

Grazie amico, sempre presente nel mio cuore.


Giancarlo

E' bellissima! Divertente e autoironica. Scritta con una liberta' e una sicurezza invidiabili che gli permettono di uscire dal testo e spiegare gli arcani.

notare la poetica licenza
per cui coi verbi fo ciò che m’aggrada

E' proprio vero e ci è riuscito benissimo. Che meraviglia

accidenti ,mi inchino a tanta bravura.
grazie per averci riproposto questa meraviglia.

E pensare che non è nemmeno una delle sue migliori poesie.


Fiordi (solo e sempre per te)

Decisamente un gran bel poetare in cui non si può per forza di cose fare a meno di notere il talento e la bravura di questo artista.ECCELLNTE!