Artista:
Pat Metheny Group (aka PMG)
Titolo:
Letter from home
Anno:
1989
Genere:
Jazz moderno
Etichetta:
Geffen Records
PMG
Pat Metheny: Chitarra, Chitarra synt
Lyle Mays: Tastiere
Steve Rodby: Contrabasso, Basso elettrico
Paul Wertico: Batteria
Armando Marcal: Percussioni, Cori
Pedro Aznar: Percussioni, Chitarra acustica e battente, Cori
Tracklist:
1. Have You Heard
2. Every Summer Night
3. Better Days Ahead
4. Spring Ain't Here
5. 45/8
6. 5-5-7
7. Beat 70
8. Dream of the Return
9. Are We There Yet?
10. Vidala
11. Slip Away
12. Letter from Home
Eccomi alle prese con un compito tanto gradito quanto complesso. Parlare di Pat Metheny e del suo incredibile gruppo.
Incominciamo dal nome. E' stato scelto il termine
group e non
band,
ensamble, o
orchestra, come è d'uso per dei jazzisti. Sebbene il nucleo di questo gruppo sia costituito da 3 persone, e' stato posto l'accento su due caratteristiche. Tutti gli strumenti concorrono in maniera corale al sound, senza che vi siano limitazioni particolari. Il "gruppo", alla maniera del rock, vuole essere un luogo dove si portano in comune le esperienze, con la conseguente partecipazione di tutti, anche se ovviamente il leader ne e' la principale risorsa.
Ho scelto questo album perche' lo considero il piu' significativo e "totale" fra i dischi del gruppo. Dopo aver conquistato la fama di stella del firmamento Jazz, Metheny sente l'esigenza di concretizzare la sua inesauribile curiosità in un lavoro corale, accanto al fido Lyle Mays e al nuovo acquisto Steve Rodby (un direttore d'orchestra che abbandonerà una carriera promettente per suonare il basso con i due), e spaziare in territori piu' vasti di quelli già immensi della musica jazz, fondendo e mediando le sensibilità piu' diverse. Il primo capitolo di questa "Odissea" lo scrive con Mays (As fall wichita so fall whichita falls). Nell'84 esce First Circle, un disco che qualcuno classifica addirittura come progressive.
Molto piu' ambient il successivo (bellissimo) "Still Life" dell'87, che contiene Last train home, un brano il cui titolo non vi dirà nulla, ma che avrete ascoltato centinaia di volte come commento a servizi giornalistici. Noto ormai anche al grosso pubblico, nell'89 il PMG si appresta a confezionare un disco davvero complesso dove, a fronte di un ritorno al jazz vero e proprio in alcuni pezzi, si possono trovare molteplici influenze e sperimentazioni. Poco prima Metheny ha trascorso molti mesi in Brasile e Argentina e in lui questi viaggi hanno lasciato una traccia. Detto cosi' sembra un disco difficile da ascoltare. Invece questo Letter from home e' forse il disco piu' lirico, solare e magico di tutta la discografia del nostro e dei suoi accoliti.
C'e' un disco di PM che si intitola Travels. E' infatti un viaggio, quello che ci viene proposto, un viaggio in territori sonori belli e lussureggianti quanto vergini, ai nostri occhi ......, volevo dire alle nostre orecchie.
Have You Heard
Sentire questo pezzo suscita sempre una reazione di stupore. Questo e' un pezzo jazz nel senso piu' tradizionale del termine. Un solo ascolto non rivela, anche ad un orecchio esperto, tutta la ricchezza, la perfezione e la bellezza della composizione. Metheny ci sommerge subito col suo grande virtuosismo. Ma il pezzo ha un afflato, una leggerezza, un mordente davvero unici. Un mio amico pianista' lo defini' "un orgasmo musicale".
Every Summer Night
Lyle mays, con un suono di armonica a bocca, apre il pezzo con una spensierata melodia, qualcosa che si puo' fischiettare, che ci porta in un giardino fiorito in una sera di luglio. Poi il pezzo diviene piu' sofisticato e la chitarra di Metheny disegna arabeschi nell'aria. Ancora Mays, piano e tastere infarcisce un intermezzo idilliaco. Il tema viene sviluppato diverse volte lasciando infine nell'ascoltatore un senso di appagata tranquillita'.
Better Days Ahead
Samba. E il brasile e' vicino. Una melodia allegra e mesta al tempo stesso si interrompe solo per il tempo di un breve assolo di chitarra.
Spring Ain't Here
Brano sommessamente ritmato, come alcuni lavori degli esordi di PM. Ha un grande respiro. Una leggera tensione lo pervade. Metheny ci trasferisce, tramite la sua chitarra, un caleidoscopio di sensazioni appena percepite, quasi un fiutare l'aria e avvertire la brezza primaverile.
45/8
Chitarra battente e contrabasso, per l'inizio di un allegro motivetto da pampas argentina.
5-5-7
Un ritmo jazz appena concitato. Questo brano e' calore, entusiasmo, passione, tormento. Un lungo assolo di Metheny in un crescendo di ribattuti sfocia in un tripudio di tastiere. Il pezzo ha qualcosa di mediterraneo.
Beat 70
Ancora samba per un trascinante pezzo che sa di fiesta brasiliera. Stavolta nessuna tristezza ma solo gioia di vivere. La melodia e' di quelle che si fissano nella mente e non ti lasciano mai piu'. Metheny ci costruisce sopra una trama complessa ma esaltante. La band e' una macchina in perfetta sincronia.
Dream of the Return
Bellissima ballata lenta per piano e voce (Aznar). Tutta da "sognare"
Il celebre gabbiano di Metheny (Guitar Synt) ci sorvola.
Are We There Yet
Se vi sembra che questo disco sia un po troppo melenso, eccovi accontentati: Un bell'incastro di suoni e ritmi irregolari e dissonanti, che ci inducono una sensazione di tragico incedere, di ignoto divenire, simile ai suggestivi dischi di Holdsworth. Simile ma non uguale. Metheny e' diverso da ogni altra cosa. E anche Lyle Mays, in questo caso co-protagonista. Il finale e' assolutamente sperimentale, minimalista, tetro e impressionista. Riemerge il Metheny di Watercolors.
Vidala
Ritmo tribale, ancestrali flauti di pan. Chitarra battente. Una litania andina forse. La voce di Aznar vibra. Spettacolare.
Slip Away
Improbabilmente, come dopo un viaggio avventuroso nella giungla, ci aspetta il nostro jet a riportarci nel mondo civile. Non spariscono pero' le sensazioni forti che ci portiamo dietro e che rimarranno per sempre in noi. Esattamente come i colori del PMG.
Letter from home
Ciliegina sulla torta questo brano acustico in punta di dita, ci fa immaginare la nostalgia e la felicità di chi riceve una lettera dalla patria lontana. E immagina.... ricorda...
Poesia.
Uno dei cento volti di questo geniale artista.
......
Voto: No, non posso!
[Modificato da mariusko 20/09/2005 7.33]
[Modificato da mariusko 06/10/2005 16.14]